“Non mi interessa nulla di questa cosa che non ha niente a che vedere con i reati. Questo è gossip, non mi interessa né confermare né smentire. E’ al di là di quello che io ritengo doveroso da parte nostra”. Lo ha detto il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, in merito ai nuovi dettagli emersi sulla relazione che intercorreva tra Liliana Resinovich e Claudio Sterpin.
La nostra riflessione
Le Testate giornalistiche pubblicano dettagli personali privati di salute di Liliana Resinovich (deceduta) con referti e documenti di indagine relativi agli accessi alla clinica ginecologica dell’ospedale Maggiore di Trieste per interventi che omettiamo. Riflettiamo un momento. La divulgazione di dettagli privati, come quelli legati alla salute di Liliana Resinovich, deceduta, richiama l’attenzione sulla necessità di limiti etici nell’informazione giornalistica.
Il diritto di cronaca permette ai giornalisti di informare il pubblico su fatti di interesse collettivo, ma deve essere esercitato nel rispetto di altri diritti fondamentali, come quello alla privacy e alla dignità delle persone. I codici deontologici del giornalismo in molti Paesi stabiliscono linee guida precise su come bilanciare questi interessi, sottolineando spesso l’importanza di non divulgare informazioni personali sensibili senza un valido interesse pubblico.
La divulgazione di informazioni private, come i dettagli medici, solitamente è “giustificata” solo se serve un interesse pubblico significativo rilevante, come la “salvaguardia della salute pubblica” o la “denuncia di comportamenti illeciti”. Tuttavia, nel caso di figure private o decedute come Liliana, l’interesse pubblico deve essere valutato con ancora maggiore cautela. Le informazioni pubblicate servono realmente l’interesse pubblico? Contribuiscono a una migliore comprensione di un problema sociale, o mirano solo a soddisfare la curiosità morbosa? La risposta a queste domande potrebbe aiutare a definire i limiti appropriati del diritto di cronaca in relazione alla tutela della privacy.