FAGAGNA – UDINE. Una grande notizia: una novità a misura di bambino. Un evento che dovrebbe coinvolgere e toccare nel profondo gli adulti: perché tutti siamo stati bambini e molti di noi sono genitori o nonni, educatori, insegnanti, artisti, autori e operatori a vario titolo impegnati nella comunicazione più varia, rivolta ai giovani e giovanissimi. Nasce in Friuli Venezia Giulia, a Fagagna – una manciata di chilometri da Udine – la Cjase di Catine, ovvero la Casa delle culture bambine. Un luogo permanente delle relazioni che si intrecciano sul filo rosso del “pensiero bambino” e che ai più piccoli guarda innanzitutto per presidiare alcuni loro diritti essenziali: primo fra tutti il diritto al tempo, ma anche alla bellezza delle diversità, alla creatività, alla libertà di espressione. e – qualche volta – persino il diritto alla noia.
Cjase di Catine nel corso del 2024, grazie al sostegno del Programma Regionale #FESR 2021-2027 del FVG, bando per interventi a sostegno delle imprese culturali e creative, diventerà la Casa delle culture bambine per iniziativa di Damatrà onlus, la nota realtà di promozione culturale che da decenni si focalizza sulla ricerca educativa e culturale dedicata ai più giovani. Il progetto, avviato nella primavera 2024, porterà alla inaugurazione – il prossimo autunno – di uno spazio culturale che mette al centro i bambini e le bambine, nel quale la comunità locale sarà coinvolta, fianco a fianco con artisti di fama internazionale. Un luogo che accoglie e coinvolge persone che crescono, nel quale riscoprire la dimensione dell’ascolto e in cui rendere realmente protagonisti i più piccoli. Laboratori, letture, convegni, residenze d’artista, mostre, visite guidate e letture trasformeranno giorno per giorno l’antica casa colonica restaurata dal Comune di Fagagna nel cuore del paese, messa a disposizione delle associazioni della frazione di Villalta e diventata, dal 2018, la sede di Damatrà. Una casa di comunità del Friuli e insieme agorà a vocazione bambina, che Damatrà gestisce già da sei anni incrociando competenze e passioni, e dove nei prossimi mesi si accenderà il countdown verso il 17 novembre 2024, giorno nel quale l’associazione festeggerà il 37° compleanno e soprattutto inaugurerà ufficialmente la struttura nella sua nuova e più articolata identità.
Se lo spazio polifunzionale del piano terra resterà casa di comunità aperta al pubblico, il primo piano diventerà appunto Casa delle culture bambine, dove molti artisti lasceranno il proprio segno, imprimendolo così come le bambine e i bambini hanno proposto attraverso un “corpo a corpo” fecondo fra lo spazio e chi lo modella, uno scambio che è stato e sarà impegno partecipato di piccoli e adulti. Tanti gli appuntamenti e le iniziative di valore artistico-culturale che animeranno lo spazio nel cuore del Friuli, in attesa dell’autunno. Saranno mesi di attività intense ma non frenetiche, scandite da uno scorrere del tempo vissuto come solo i bambini sanno fare: assaporandolo, dilatandolo, concedendosi l’opportunità di abitare lo spazio, fruendone e trasformandolo, nel segno di parole chiave come ascolto, narrazione, lettura, comunità, bellezza, arte e creatività.
Spiega Mara Fabro, presidente di Damatrà onlus: «l’emblema di Damatrà è il camaleonte, metafora della prontezza a declinare nelle forme più diverse la ricerca educativa e culturale a favore dei giovani e dei più piccoli. In dialetto lombardo “damatrà” significa “dammi ascolto, vienimi dietro”. Proprio quello che il nostro collettivo, nato oltre trent’anni fa grazie all’esperienza di due giovani cresciuti nelle vivaci cooperative culturali della Lombardia, propone da decenni in Friuli Venezia Giulia. Una progettualità che parte dall’ascolto dei bambini e dei ragazzi e si realizza attraverso i linguaggi dell’arte e della narrazione. Adesso vogliamo che il cuore della nostra cooperativa, Cjase di Catine, diventi il luogo generativo dove ogni bambina e bambino potrà vivere la propria dimensione più autentica. Un ambiente nel quale le giovani generazioni, affiancate dagli adulti, possano sperimentare una comunità di intenti nel segno dei valori profondi che l’infanzia porta con sé». L’instancabile rilettura delle mappe culturali e la grande attenzione per le priorità sociali sono da sempre il nucleo attorno al quale si concentra la progettualità di Damatrà, espressa attraverso iniziative come Bestiario immaginato, laboratorio di creatività per ragazzi e ragazze promosso in sinergia con l’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, o Crescere Leggendo, finanziato dal programma regionale LeggiAMO 0-18, che realizza incontri formativi rivolti alla comunità educante e promuove il valore sociale della lettura. E ancora come Capovolgere all’infinito, il progetto vincitore del bando Educare insieme della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia, che ha registrato la partecipazione di artisti come il pluripremiato illustratore Emanuele Bertossi. Un calendario che nei prossimi mesi si rinnoverà, in vista della inaugurazione della Casa delle culture bambine, alternando conferenze, progetti con artisti nazionali e internazionali, chiamati per lasciare un segno dedicato al mondo dell’infanzia, cantieri creativi nei quali il pensiero artistico dialogherà con il sapere artigiano e ridisegnerà arredi e spazi condivisi. A Fagagna faranno tappa, fra gli altri, nelle rassegne che si avvicenderanno fra estate e autunno anche gli esperti di Fondazione Reggio Children, pionieri della pedagogia, la nota autrice Chiara Carminati e il grande performer Michele Bazzana.
Cjase di Catine, nel centro storico di Fagagna, è molto di più di un edificio con secoli di storia. È la casa in cui Caterina Tomba, detta Catine, visse dalla fine dell’Ottocento fino al marzo del 1945 e dove diede alla luce e crebbe i suoi quattordici figli. La sua, nel paese, fu una presenza così significativa da identificarsi, agli occhi della comunità locale, con la casa stessa. Il nome Cjase di Catine è un riconoscimento a Caterina e al suo vissuto e al ruolo essenziale che le donne ebbero nella società friulana contadina: nel creare comunità, nel tessere reti, nel condividere conoscenze, comprese quelle legate alla natura, e nello svolgere il lavoro di cura e accudimento su cui poggia la società locale.
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