Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Pordenone hanno dato esecuzione ad una misura cautelare in carcere emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone nei confronti di due cittadini italiani, un cinquantacinquenne residente a Pordenone ed un sessantaseienne originario di Cordenons ma da anni residente a Padova, entrambi gravati da diversi precedenti penali, i quali all’esito di un’articolata attività d’indagine, coordinata dal sostituto procuratore dott. Carmelo Barbaro, sono stati individuati come i presunti autori della rapina a mano armata commessa in danno della società Friulexpress srl, società concessionaria per conto della GLS.
Le indagini venivano avviate la sera dello scorso 30 gennaio quando equipaggi della squadra volante e della Squadra Mobile intervenivano presso la sede di via Nuova di Corva della società Friulexpress dove poco prima era stata consumata una rapina a mano armata da parte di due soggetti travisati; la visione delle telecamere e l’escussione dei dipendenti della ditta consentiva di appurare come intorno alle precedenti ore 18.20 due soggetti travisati e vestiti il primo con una giacca blu e pantalone grigio, l’altro con un giubbotto di colore nero con inserti catarifrangenti arancio e cappello scuro, armati rispettivamente di coltello e pistola, giunti a bordo di un’autovettura Fiat Punto di colore Bianco, facevano accesso all’interno della sede della società e dopo aver dapprima minacciato un dipendente che si trovava all’ingresso intimandogli la consegna dei soldi e del cellulare, raggiungevano l’ufficio contabilità e immobilizzati i presenti con la minaccia delle armi, si appropriavano di due cassette in ferro, contenente rispettivamente gli incassi giornalieri degli autisti e gli incassi del fermo deposito, per un ammontare pari a circa 20.000 euro. Terminata l’azione delittuosa i due si allontanavano a bordo della Fiat Punto, che veniva poi rinvenuta in data 5 febbraio in via Villanova di sotto.
Proprio il rinvenimento dell’autovettura risultava decisivo per le investigazioni: i successivi accertamenti permettevano, infatti, di appurare come l’autovettura usata per la rapina fosse stata rubata il pomeriggio del 16 gennaio al proprietario della palestra New Athletic Gym di Casarsa della Delizia mentre era parcheggiata nel cortile della suddetta palestra. La visione delle telecamere di videosorveglianza comunali riprendevano il transito dell’autovettura pochi minuti dopo il furto ed immortalavano il soggetto autore del furto mentre alla guida dell’autovettura rubata, con addosso uno scalda collo calzato fino al naso e i guanti si dirigeva verso Pordenone. Un’attenta analisi dei filmati estrapolati dalle varie telecamere di videosorveglianza della zona consentivano di appurare come l’auto rubata, per tutto il tragitto da Casarsa della Delizia e Pordenone, era sempre o seguita o preceduta, a pochi metri di distanza, da un’autovettura modello Mini Cooper (da qui il nome dell’operazione) risultata poi in uso proprio al cinquantacinquenne pordenonese ma condotta nell’occasione del furto dell’autovettura del sessantaseienne residente a Padova.
I successivi accertamenti, anche di carattere tecnico ed in particolar modo una scrupolosa analisi dei tabulati delle utenze in uso agli arrestati e l’attività d’intercettazione telefonica ha consentito di raccogliere una serie di chiari, univoci e concordanti indizi circa la responsabilità dei predetti sia per il furto dell’autovettura che per la commissione della rapina.
L’attenta visione delle telecamere di videosorveglianza dell’azienda rapinata permetteva inoltre di appurare che sia qualche giorno prima della rapina che il pomeriggio dello stesso 30 gennaio i due avevano fatto dei sopralluoghi proprio utilizzando la stessa autovettura Mini Cooper immortalata insieme alla Fiat Punto oggetto di furto nel comune di Casarsa. Sempre la visione delle telecamere di videosorveglianza consentiva poi di individuare una perfetta corrispondenza fisica tra gli autori del furto della macchina e i due soggetti autori della rapina in danno della Friulexpress.
Come anche evidenziato dal GIP nell’ordinanza, e come già fatto emergere dal pubblico ministero procedente nella richiesta di custodia cautelare depositata lo scorso 13 aprile, i due arrestati vantano una conoscenza di lunga data ed entrambi annoverano precedenti per analoghi reati; nel 2002, infatti, entrambi sono stati condannati dalla corte d’appello di Venezia per aver commesso insieme un furto aggravato. Significativo poi che in tre precedenti episodi per il quale risulta già essere stato condannato, il sessantaseienne abbia utilizzato per commettere reati predatori una Fiat Punto di colore Bianco.
Ai due viene anche contestato il delitto di detenzione e porto in luogo pubblico di arma da fuoco e quello di porto di arma da taglio ai sensi, rispettivamente, dell’articolo 2, 4 e 7 della legge 865/67 e dell’articolo 4 della legge 110/75.
Nel corso della perquisizione nelle abitazioni degli arrestati sono stati rinvenuti alcuni degli indumenti compatibili con quelli indossati dagli autori della rapina e, nascosta nella cantina del cinquantacinquenne pordenonese, gli agenti hanno sequestrato anche una pistola calibro 9, con la matricola parzialmente abrasa, fatto per il quale veniva altresì tratto in arresto nella flagranza di reato.
Agli arrestati sono stati sequestrati anche i telefoni cellulari la cui analisi forense potrebbe consentire d’individuare il possibile coinvolgimento di qualcuno interno all’azienda in quanto è parso evidente, fin dai primi momenti dell’indagine, che i due rapinatori, fossero andati a colpo sicuro nel prelevare il denaro custodito nelle casette, come se avessero ricevuto precise indicazioni e conoscessero bene sia le abitudini dell’azienda che l’ubicazione degli uffici.