Martedì 20 giugno alle ore 18 presso il Knulp (via Madonna del Mare, 7/a) a Trieste il dott. Carraro porterà un racconto per immagini della sua esperienza in Madagascar iniziata nel 2019 e che continua dopo aver attraversato le limitazioni date dalla pandemia e che si inserisce negli eventi di SALUTE!, il Festival gratuito diffuso nel tempo e nello spazio voluto da Donk Humanitarian medicine odv per promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani e per essere fonte di ispirazione per tutti coloro che vogliono approcciarsi a professioni medico-sanitarie.
Michele Carraro è volontario dell’associazione Donk HM odv che si occupa di portare assistenza sanitaria gratuita ai più fragili sul territorio della provincia di Trieste. Oltre a questo è attivo in Madagascar con l’associazione Amici di Ampasilava odv (https://amicidiampasilava.org/) che nel 2008 ha inaugurato l’Ospedale Vezo e lo ha donato alla popolazione di Andavadoaka, nel sud ovest dell’isola.
L’ospedale è stato finanziato e costruito dall’associazione e, attraverso una rete di volontari, eroga prestazioni sanitarie gratuite generaliste, specialistiche e di emergenza (in regime ambulatoriale e di ricovero) a circa 200.000 persone distribuite in quasi 180 villaggi ed è l’unico presidio sanitario in un raggio di circa 200 km. Tra gli obiettivi prioritari dell’Associazione vi è quello di formare e impiegare professionisti sanitari locali, per questo l’ospedale è sede di stage e tirocini per gli allievi infermieri di alcune scuole di Tulear.
Attualmente l’organico di riferimento è misto, ossia costituito da professionisti autoctoni che collaborano con professionisti volontari provenienti dall’Italia, le cui missioni rientrano all’interno di una programmazione condivisa nel medio-lungo periodo. Nel tempo si è concretizzata sempre più la collaborazione con il Ministero della Salute che attualmente ha assegnato all’Hopitaly Vezo un’infermiera, un tecnico anestesista e un chirurgo specialista in ginecologia. Insieme a loro anche mediatori culturali malgasci, che garantiscono la necessaria comunicazione tra i volontari italiani, i pazienti e gli operatori locali addetti alle attività di supporto.
La peculiarità di questo incontro è data dalla volontà di avvicinare le persone a comprendere la vastità del continente africano, che porta con sé una moltitudine di culture e tradizioni al punto che si potrebbe parlare di “Afriche”. Lo stesso Madagascar rappresenta un unicum dato sia dalla sua collocazione geografica ma anche dalla sua storia.
L’esperienza del dott. Carraro è doppia perché unisce l’esperienza di volontario a Trieste a quella di direttore sanitario ad Ampasilava. Ci aiuterà a capire come il concetto di “cura” viene vissuto e condiviso in maniera molto diversa, seppur partendo dal concetto comune di accoglienza: si passa da un concetto di diagnosi a uno di condivisione con la propria famiglia. Il valore della Comunità.
Per portare un ulteriore sguardo su questo tema sono stati invitati alcuni rappresentanti del SISM – Segretariato Italiano Studenti in Medicina per un dialogo di approfondimento sugli argomenti emersi durante l’incontro, che sarà introdotto e accompagnato da Stefano Bardari, presidente di Donk HM odv.
“Lo spirito che muove ogni giorno i volontari di Donk prende origine dall’articolo 32 della Costituzione Italiana, che riconosce che la salute è un diritto importante di ogni individuo. Tra di loro sono molti coloro che si impegnano anche in situazioni non direttamente collegate alla nostra associazione. Questo è il caso di Michele Carraro, che mette il suo cuore e le sue mani in supporto ai colleghi di Amici di Ampasilava, associazione attiva in Madagascar. Mi piace ricordare che la parola “salute” deriva dal latino salus che si può tradurre con salvezza, incolumità e integrità, e da cui salvus che significa salvo, ovvero la sensazione di protezione che tutti cerchiamo per noi e per i nostri cari, un obiettivo che accomuna tutti gli essere umani” – ha detto il dottor Stefano Bardari, presidente di Donk Humanitarian Medicine odv.
Il 20 giugno è anche la giornata che, nel 2000, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato con l’intento di intensificare gli sforzi per prevenire e risolvere i conflitti e contribuire alla pace e alla sicurezza dei rifugiati. Un tema sul quale e con il quale i volontari delle associazioni che si occupano di medicina umanitaria si confrontano ogni giorno.
L’ingresso alla presentazione “La mia Africa” è libero.
Per restare aggiornati sugli eventi legati al Festival il sito di riferimento è www.festival.donkhm.org.