PORDENONE – È notizia recente che un cavallo, un pony, un bovino e quattro capre sono stati messi all’asta nella categoria “Macchinari-utensili-materie prime” e nella tipologia “Macchinari per l’agricoltura, foreste e pesca”. Questo evento, derivante da un pignoramento disposto dal Tribunale di Pordenone, ha suscitato sdegno e preoccupazione. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha denunciato l’incongruità di questa procedura, sottolineando come sia in palese contrasto con la normativa vigente sulla tutela degli animali, inclusa la recente modifica dell’articolo 9 della Costituzione.
Animali trattati come oggetti
In questa vicenda, sette esseri senzienti sono stati equiparati a merce e inseriti in un portale d’aste accanto a macchinari industriali, auto, elettrodomestici, barattoli di vernice e altri oggetti. Il prezzo base per il “lotto” comprendente il cavallo di razza irlandese e un pony di circa un anno è stato fissato a 300 euro. Il bovino e le quattro capre, di razza Camosciata delle Alpi, sono stati stimati a 250 euro. Le iscrizioni alle due aste telematiche apriranno alle 12 del prossimo 11 giugno.
Una procedura discutibile
Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa, ha espresso una ferma condanna: «Quella dell’asta di animali è una procedura amministrativa non etica nella quale gli animali sono considerati meri oggetti. Siamo molto lontani dal recepimento del Trattato di Lisbona del 2007, che tutela gli animali in quanto “esseri senzienti”. Mandarli all’asta è riprovevole».
La richiesta di un cambiamento legislativo
L’Oipa ha colto l’occasione per ribadire la necessità di una modifica legislativa che impedisca il pignoramento e la vendita all’asta di animali. Tale pratica, oltre ad essere eticamente discutibile, contrasta con l’evoluzione normativa e culturale che riconosce agli animali uno status giuridico e morale superiore.
Precedenti positivi: un esempio di solidarietà
L’Organizzazione spera che anche per questi animali ci sia un lieto fine, simile a quello dei 57 asinelli di San Possidonio (Modena), che sono stati salvati grazie a una vasta mobilitazione mediatica e una gara di solidarietà che ha coinvolto tutto il paese.
Questa vicenda mette in luce un problema sistemico nella gestione dei pignoramenti che coinvolgono animali. È urgente un intervento legislativo che consideri gli animali non come oggetti, ma come esseri senzienti degni di tutela. La speranza è che la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la pressione delle associazioni animaliste possano portare a un cambiamento normativo significativo, affinché episodi come questo non si ripetano.