Scandalo a Trieste – Il tribunale triestino emette le condanne per il traffico illecito di cuccioli. I tre individui di Muggia coinvolti insieme a una donna di Carrara sono giudicati responsabili di un illegale commercio di cani di piccola taglia, in particolare barboncini “toy” e “nani”. L’operazione è stata scoperta grazie all’inchiesta avviata dalla Procura che ha portato all’arresto dei principali colpevoli.
Le condanne
La donna di Muggia è stata condannata a 2 anni e 8 mesi di carcere. Il nipote, 53 anni, ha ricevuto una pena di 9 mesi e 25 giorni con una multa di 1.350 euro, mentre il figlio di trentuno anni è stato condannato a 1 anno, 9 mesi e 15 giorni con la condizionale. La condanna più severa è stata inflitta alla donna di Carrara, 3 anni e 8 mesi di reclusione.
Il traffico di cuccioli
L’indagine ha svelato un’organizzazione criminale che importava cuccioli dai paesi dell’Est Europa come Ungheria, Ucraina, Serbia e Montenegro per poi rivenderli in Italia a prezzi esorbitanti. I cuccioli venivano acquistati a basso costo e rivenduti a 1.800-2.500 euro, ma senza documenti di identità, certificazioni sanitarie o passaporti. Inoltre, venivano venduti con informazioni false riguardanti il loro pedegree.
Le vendite avvenivano tramite piattaforme come Subito.it e Facebook e nel periodo compreso tra il 13 luglio e il 14 novembre 2020 sono state registrate almeno 63 transazioni. La frode è stata scoperta grazie a un furgone intercettato dalla Polizia slovena che trasportava cuccioli destinati al mercato italiano.
Le parti civili e il risarcimento
Oltre agli acquirenti truffati, si sono costituiti parte civile l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) e l’Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana). Gli imputati dovranno risarcire rispettivamente 2.500 euro all’Enpa e 10.000 euro all’Enci.