La giustizia ha emesso la condanna all’ergastolo per Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Il verdetto è stato comunicato dal presidente del tribunale, Stefano Manduzio, in un’aula silenziosa, con Turetta che ha ascoltato impassibile, con la testa china e gli occhi chiusi.
Gino Cecchettin, padre della vittima, ha assistito alla lettura della sentenza senza mostrare emozioni, mantenendo lo sguardo fisso sul banco della giuria. Dopo il verdetto, ha dichiarato: «Come società abbiamo perso tutti, non riavranno mai Giulia. La violenza di genere si combatte con l’educazione, non con le pene. Come cittadino mi sento sconfitto, ma come padre nulla cambia.» Ha inoltre annunciato: «Continuerò la battaglia contro la violenza dedicando la Fondazione a Giulia, cercando di salvare altre vite.»
Riguardo al gesto di stringere la mano all’avvocato di Turetta, Caruso, Gino Cecchettin ha commentato: «Abbiamo chiarito le nostre posizioni da persone civili con opinioni diverse.» L’avvocato Stefano Tigani, che rappresenta Gino Cecchettin, ha affermato: «La sentenza rispecchia le nostre aspettative, sono state escluse due aggravanti importanti. Attendiamo di conoscere le motivazioni. Sul fronte del risarcimento, abbiamo ottenuto ciò che chiedevamo, ma oggi nessuno esce vincitore.»
Carlo Gatto, la nonna di Giulia Cecchettin, ha detto: «Per noi c’è solo dolore, che ci accompagnerà fino alla tomba. Davanti a Filippo Turetta non proviamo più nulla.»
Esclusione delle aggravanti e risarcimenti
Il tribunale ha escluso le aggravanti della crudeltà e delle minacce (articolo 612 bis del codice penale), unite dal vincolo della continuazione. Inoltre, la corte ha stabilito il risarcimento per le parti civili, con un pagamento provvisorio di 500.000 euro a Gino Cecchettin, 100.000 euro ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30.000 euro ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio, oltre alle spese legali. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.