Dopo oltre cinquant’anni di utilizzo del carbone per la produzione energetica, Monfalcone archivia definitivamente questa era, segnando un progresso significativo per l’ambiente e la qualità della vita dei suoi cittadini. Il sindaco Anna Maria Cisint ha espresso grande soddisfazione per la dismissione dei gruppi di produzione 1 e 2, una mossa celebrata come un traguardo di vitale importanza per la comunità.
“Siamo riusciti a eliminare una fonte di inquinamento che ha pesato per decenni sulla salute dei nostri cittadini e sullo stato dell’ambiente”, ha dichiarato il sindaco. Questo risultato è frutto dell’impegno dell’amministrazione comunale e del supporto di figure chiave a livello regionale e nazionale.
Collaborazione e supporto nelle fasi di dismissione
Il sindaco ha ringraziato l’assessore Sabina Cauci, i tecnici comunali, il vice ministro all’Ambiente Vannia Gava e il presidente della Regione Massimiliano Fedriga per il loro sostegno. Un ringraziamento speciale è andato ai cittadini di Monfalcone, in particolare quelli del rione ‘Enel’, per la loro resistenza e attivismo.
Il gestore dell’infrastruttura si prepara ora a inviare al Ministero il programma operativo per la fermata e la messa in sicurezza degli impianti, con l’obiettivo di smantellare la centrale nei prossimi mesi. Questo include la pulizia e la protezione passiva delle apparecchiature e degli stoccaggi.
Impatti storici e miglioramenti futuri
La centrale a carbone di Monfalcone era operativa dalla fine degli anni Sessanta, e il suo impatto negativo sulla comunità è stato significativo nonostante gli sforzi di mitigazione. Studi ambientali ed epidemiologici hanno evidenziato i rischi, sottolineando la necessità di un cambiamento. La città si impegna ora in grandi investimenti per migliorare la qualità della vita, valorizzare il litorale e promuovere il turismo.
In sintesi, la chiusura della centrale a carbone non è solo un avanzamento ecologico ma anche un’opportunità per rilanciare Monfalcone come destinazione turistica più sana e attraente.
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