UDINE – Dopo le prime di Trieste e Udine, “Lend me your ears” torna in scena a Lo Studio (via Fabio di Maniago, 15/2 Udine) nell’ambito della 14^ edizione di “Off Label – rassegna per una nuova danza” della Compagnia Arearea. Martedì 5, mercoledì 6 e giovedì 7 dicembre sono in programma tre repliche al giorno, alle 17, 18.30, 20. Ogni replica prevede un numero massimo di 15 spettatori, pertanto la prenotazione è consigliata chiamando il 345.7680258. Il biglietto ha un costo di 10 euro (5 euro ridotto).Maggiori info sono disponibili sul sito www.arearea.it .
“Lend me your ears”, progetto della Compagnia Arearea, un percorso di ricerca ad ampio spettro che coinvolge artiste e artisti di chiara fama e giovani generazioni con l’intento di riflettere, e generare arte, su alcune fondamentali domande del nostro presente. Il nucleo artistico della performance è maturato a partire da “Vivo e Coscienza” di Pier Paolo Pasolini. Un lavoro incompiuto, ma traccia ineludibile che lo mette in relazione al balletto e alla danza e che l’intellettuale ha scritto nel 1963: un anno cruciale per la sua svolta personale, ed estremo per la sperimentazione del suo codice drammaturgico.
A consentire lo sviluppo di questa intensa performance – sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito delle attività culturali di celebrazione per i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini e MiC, e che vede come partner Trieste Contemporanea, Accademia della Follia, La Collina Soc. coop. Sociale onlus Impresa Sociale, Actis Associazione Culturale Teatro Immagine Suono; in collaborazione con Make Spazio espositivo Palazzo Manin – è stato l’incontro fra due artisti: Marta Bevilacqua, direttrice artistica, assieme a Roberto Cocconi, proprio di Arearea, e Gian Carlo Venuto, artista eclettico anche docente emerito all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ma pure all’Albertina di Torino e di Brera, a Milano. In “Lend me your ears” la prima ha curato il progetto corporeo, il secondo, quello visivo, che farà da cornice a Radu Murarasu e Giuseppe Zagaria, i danzatori in scena. «Non mi immaginavo niente di quello che è stato – ha spiegato Bevilacqua -. “Lend me your ears” è una sorpresa continua. Facciamo in modo che questo lavoro incompiuto, brilli proprio perché incompiuto, preservando questa sua incompletezza per poterla nutrire ogni volta che lo replichiamo».