CODROIPO – Un testo incompiuto. Il ricordo sempre vivido di un amico. La volontà di continuare a nutrire le intuizioni di una mente brillante. Sono questi gli ingredienti di una serata nel segno dell’opera di Franco Marchetta, a dieci anni esatti dalla sua prematura scomparsa, poco più che sessantenne.
Per ricordare l’intellettuale friulano, martedì 28 maggio, dalle 18, all’Ottagono di Codroipo (via Marinelli, 6), il Teatri Stabil Furlan e la Società Filologica Friulana, in collaborazione con il Laboratorio permanente di scrittura MateâriuM, il Caffè Letterario Codroipese e il Comitato Amici di Franco Marchetta, con il patrocinio del Comune di Codroipo, hanno organizzato una lettura scenica intitolata “La fumate”, traduzione in friulano de “La Nebbia”, «testo teatrale che riprende atmosfere e personaggi di un romanzo rimasto inedito: “La biblioteca segreta” e che speriamo prima o poi di pubblicare», ha spiegato Umberto Alberini, amico di lungo corso di Marchetta. «Un romanzo distopico, in cui il Friuli è stato sconquassato da un potente terremoto a cui è poi seguita una pandemia (un testo profetico!). Franco immagina una Udine ridotta a un cumulo di macerie dove vive uno sparutissimo gruppo di resistenti che non intende abbandonare la memoria e la cultura dei luoghi. Mentre la grandissima maggioranza della popolazione si è concentrata in enormi centri commerciali, diventati la loro nuova casa».
Ma non sarà una lettura scenica come le altre. Leggendo il testo è evidente come da un certo punto in poi, il lavoro del drammaturgo si trasformi in appunti su un possibile finale. Si tratta di 2547 caratteri. Gli stessi che hanno visto impegnati in una sfida creativa (lanciata nei mesi scorsi da MateâriuM) 73 partecipanti da tutta Italia, 27 dei quali hanno consegnato il proprio elaborato, con cui hanno provato a riscrivere un finale alternativo. Cinque di questi sono stati scelti dal gruppo organizzatore dell’evento – «sulla base del cuore», come Alberini ha spiegato – e andranno in scena proprio a Codroipo grazie all’interpretazione di Alessandro Maione, Paolo Mutti, Chiara Donada e Klaus Martini. Ad anticipare la lettura scenica di “La fumate” e i possibili finali vincitori della call (Stefano Moratto, Massimiliano Aita, Sara Beinat, Paolo Sartori, Claudio Romanzin) è in programma anche un breve incontro in cui proprio Umberto Alberini, Walter Tomada e Gianmaria Marchetta tracceranno un ritratto dell’intellettuale: «Franco è stato uno scrittore tra i più importanti della scena culturale friulana a cavallo tra ‘900 e Duemila – ha ricordato ancora l’amico -. Architetto di formazione, negli anni ’90 ha cominciato a pubblicare in italiano, soprattutto sulla scia di Elio Bartolini, con cui c’era una consuetudine quasi familiare. Da un certo punto in poi ha iniziato a scrivere in friulano, con l’intento di elevare il livello di espressione, in prosa, trattando i temi della condizione umana, della società, dello sviluppo, del progresso. Tutte tematiche che le grandi letterature europee hanno sempre affrontato. Ha cercato di attualizzare la lingua, con una notevole attenzione all’espressione del mondo giovanile, pure digitale. Per questo aveva creato anche un blog, dove raccoglieva i contribuiti di giovani scrittori in friulano. Insieme a Paolo Cantarutti, di Radio Onde Furlane, Walter Tomada e Maurizio Mattiuzza, aveva creato una scuola di scrittura in lingua friulana. Soprattutto negli ultimi anni, cercava costantemente occasioni di creazione collettiva. Ma va ricordato – ha chiuso Alberini – che è stato anche il primo a vincere tre volte il Premi San Simon; e che aveva inventato la formula dei romanzi seriali in friulano».