TOLMEZZO – Chi abbia voglia di mettersi in gioco e sogna di vivere in montagna, oggi dispone di una opportunità in più: nessuna casa gratuita o a prezzi stracciati, né facili promesse di lavoro, bensì sette comunità accoglienti che si mettono a disposizione per promuovere il proprio territorio e aiutano a orientare chi deciderà di salire nella montagna friulana in uno dei comuni al centro del progetto pilota di Cramars.
Che infatti appaia svuotata, per dirla alla Filippo Tantillo nel libro “L’Italia vuota. Viaggio nelle aree interne”, oppure che venga assaltata, come la descrive Marco Albino Ferrari in “Assalto alle Alpi”, per citare due volumi appena dati alle stampe, la montagna resta ai margini dell’agenda del dibattito pubblico nazionale, per quanto essa goda di autorevoli analisi, oltre a ricoprire più della metà del territorio italiano.
Per questo motivo il progetto “Vieni a vivere e lavorare in montagna” che apre inedite prospettive di traferirsi nelle Terre Alte a chi ne abbia l’ambizione, ha una portata innovativa che si discosta da altre ma per nulla analoghe iniziative, come le offerte di case gratuite o a prezzo simbolico per chi voglia riabitare aree spopolate.
Il progetto sta accendendo l’interesse di decine di candidati “montanari” e dell’opinione pubblica, con un accresciuto interesse sui comuni protagonisti, i cui sindaci, assieme ai ciceroni costituiscono la chiave di accesso istituzionale al territorio ed a quella Comunità Accogliente che è il vero valore aggiunto del progetto.
Proprio i sindaci sottolineano come il valore aggiunto di questa proposta risieda nelle connessioni che si possono creare tra territorio, ospiti e comunità ospitante. Tutto questo un momento di generale spopolamento delle zone rurali, specialmente montane, che devono sapersi riprogrammare in chiave futura, intercettando la richiesta di spazi aperti, salubrità e stili di vita più naturali che emerge dalle aree urbane.
“Essere attrattivi significa essere disponibili ad ascoltare i bisogni di chi arriva e di chi già è qui e far star bene tutti. In montagna la solidarietà ha un valore radicato, che si fa fatica a spiegare a chi non la vive – spiega Anna Micelli, sindaco di Resia – Siamo contenti della risposta che sta avendo il progetto, che non intende svendere un territorio alla disperata ricerca di presenze, ma invece vuole costruire insieme un cammino con l’obiettivo di ripopolare la montagna di persone, pensieri, azioni e progetti”.
Una terra di confine, quella dell’arco alpino friulano, che intende cogliere l’opportunità di divenire un ponte, per persone e progettualità: “Ci teniamo che il progetto vada a buon fine perché aumentando i residenti riusciamo poi a migliorare i servizi per tutti, compresi quanti già vivono sul territorio”, spiega Rosetta Facchin, sindaco Tramonti di Sotto.
“Crediamo in questo progetto – dice Luca Posterga, sindaco di Stregna – che è molto interessante, anche perché avvicina domanda a offerta con dinamiche innovative: proponendo un territorio e la propria comunità oltre che parlare semplicemente di immobili”.
“Il calo demografico c’è, ma non è un motivo per piangersi addosso – puntualizza Flavio De Antoni, sindaco di Comeglians – e Vieni a vivere in montagna è un bell’esempio che può essere pilota anche per altre realtà delle nostre vallate, c’è bisogno di persone che siano motivate a far parte di una comunità”.
“Chi decide di partecipare al progetto deve crederci e impegnarsi – spiega Francesco Nesich, sindaco Resiutta – noi ci stiamo impegnando da un po’ per far conoscere il territorio e se qualche famiglia nuova arrivasse sarebbe linfa vitale, al pari di chi possa portare nuove professionalità. Il progetto è innovativo perché avvia collaborazione nel dare e nell’avere, al di fuori da facili dinamiche di svendite di case a un euro”.
“Savogna crede molto in questo progetto – Tatiana Bragaglini, sindaco Savogna – perché è un’opportunità da cogliere. I Risultati possono essere più o meno soddisfacenti ma resta l’obiettivo e l’azione svolta per far conoscere il territorio e integrare chi vi si approccia con il tessuto sociale. Non è un’agenzia immobiliare ma una comunità che spiega chi è e si propone per un’interazione”.
“È una iniziativa importante perché porta la speranza di rivitalizzare i paesi – conclude Giacomo Urban, Sindaco di Tramonti di Sopra – e c’è tanta gente che vuole uno stile di vita diverso dalla città. Il progetto penso potrà far si che ci sia qualcuno che possa veramente dare linfa alla valle”.
Il certosino lavoro di tessitura di rapporti comunitari, svolto per anni nelle valli alpine friulane dalla Cooperativa Cramars approda oggi, grazie al sostegno di fondazione Friuli e del protagonismo di sette amministrazioni comunali a questa proposta straordinaria, perché etimologicamente fuori da ciò che si ritiene consueto quando si pensa alla montagna come area interna impoverita: sette comunità accoglienti, a cominciare da sindaci e giunte comunali di Comeglians, Resia, Resiutta, Savogna, Stregna, Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra, le locali associazioni, enti, aziende e ciceroni locali che si mettono in gioco per offrire a chi vorrà andare a vivere in montagna una rete di informazioni su servizi, opportunità, contatti e chiavi di accesso per dare ciò che di più forte c’è in queste zone montane, ovvero la rete di relazioni. In una frase: si offrono i vantaggi delle aree rurali laddove esiste ancora un senso di comunità, senza i difetti: cioè senza l’isolamento.
Come ci si può candidare per diventare “Nuovi abitanti della montagna”? È necessario visitare il sito del progetto, scegliere una delle sette località disponibili, e quindi inviare una proposta di partecipazione motivando la scelta, raccontando la provenienza geografica, la composizione del nucleo famigliare, la tipologia di servizio richiesto alla “Comunità Accogliente”, e quindi inviare il tutto entro il 20 agosto 2023 ad uno dei seguenti indirizzi e-mail: angelapuppini@coopcramars.it oppure vannitreu@coopcramars.it. Entro il 15 settembre 2023, verrà fissato l’incontro con la Comunità Accogliente di riferimento.
Il cambiamento climatico, con l’innalzamento delle temperature medie, divenute spesso insopportabili in città e la conseguente maggiore appetibilità delle zone montane; la cresciuta consapevolezza dell’importanza di disporre di spazi meno densamente abitati e più salubri, in seguito alla pandemia; la diffusione di modalità alternative di lavoro, come lo smart working; il peso maggiore che si attribuisce al benessere, accessibile sulla porta di casa in montagna, dove pratiche come il “forest bathing” con passeggiate all’aria aperta sono pratica quotidiana, stanno rilanciando la montagna non solo come meta turistica, ma ambita per la vita. Se poi la montagna è quella friulana, integra, solo sfiorata dal turismo di massa, si capisce come il progetto “vieni a vivere e lavorare in montagna” possa ribaltare in “bello, ma… ci vivrei!”, l’abusato stereotipo: bello, ma non ci vivrei.
“Il progetto”, si legge nel portale dedicato “è pensato per tutte quelle persone che ricercano uno stile di vita all’insegna della qualità, a stretto contatto con la natura, lontano dai grossi centri urbani e basato sull’appartenenza ad una piccola comunità accogliente. Le aree che partecipano al progetto possiedono infatti una comunità viva, disponibile, organizzata e soprattutto ospitale. Questi territori, e la comunità che li compone, si impegnano infatti ad accompagnare i nuovi abitanti nel processo di integrazione nella comunità locale con un percorso già stabilito ed in grado di creare delle relazioni stabili. Coloro che faranno richiesta per trasferirsi in una di queste aree, verranno affiancati da persone del luogo (ciceroni) che li aiuteranno a conoscere il territorio e le possibilità che offre”.
Per candidarsi a visionare una comunità ed un alloggio è necessario rispondere alla “Call” specifica, rintracciabile nella sezione dedicata ai documenti e contatti. Alla scadenza della Call si potrà essere invitati a “provare a vivere” nel territorio di riferimento. Nel periodo di prova i partecipanti verranno affiancati dai “Ciceroni” ed assieme esploreranno il territorio e ciò che offre.
Al contempo resta possibile, per i rappresentanti di altre aree montane, candidarle a diventare “territorio accogliente” nei confronti di potenziali nuovi abitanti, attraverso la sezione “candida un territorio” sul sito vieniavivereinmontagna.it. Quello in corso, infatti, è un progetto pilota, aperto a tutti i comuni montani che vorranno aderire e che nel suo complesso intende immaginare nuove traiettorie di innovazione sociale per riabitare la montagna. Uno strumento che si affianchi a quanto le istituzioni, sia comunali che regionali, già mettono in campo in tema di politiche per la montagna, e che faciliti un approccio responsabile alle Terre Alte, dove il sogno di chi vuole diventare montanaro si traduca nella sua voglia di mettersi in gioco, nel confronto con la comunità di destinazione.
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