Udine, truffa "Superbonus 110%", lavori mai eseguiti: indagati imprenditori e professionisti

Operazione “Ghost works” a Udine: sequestrati oltre 1 milione di euro per truffa sul Superbonus 110%. Indagati imprenditori e tecnici.

10 ottobre 2025 09:08
Udine, truffa "Superbonus 110%", lavori mai eseguiti: indagati imprenditori e professionisti -
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UDINE – Una complessa indagine della Guardia di Finanza di Udine, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha portato al sequestro preventivo di oltre 1 milione di euro nei confronti di una società edile del capoluogo friulano, accusata di aver simulato lavori mai eseguiti per ottenere indebitamente crediti d’imposta legati al Superbonus 110%.

L’indagine della Guardia di Finanza e il sequestro milionario

Il provvedimento, emesso dall’Autorità Giudiziaria udinese, riguarda le ipotesi di falsità ideologica, truffa aggravata ai danni dello Stato e emissione di fatture per operazioni inesistenti. A eseguire l’operazione sono stati i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Udine, che da mesi seguono il filone d’inchiesta denominato “Ghost works”, un nome scelto proprio per indicare i lavori “fantasma” al centro della frode.

Le indagini hanno accertato che la società edile, con sede a Udine, avrebbe falsamente attestato l’esecuzione di numerosi interventi di ristrutturazione edilizia finanziati con il Superbonus. Attraverso false asseverazioni tecniche inviate all’E.N.E.A. e comunicazioni telematiche all’Agenzia delle Entrate, venivano generati crediti fiscali inesistenti, successivamente ceduti a terzi.

Falsi lavori e crediti d’imposta inesistenti

L’operazione attuale rappresenta la seconda tranche di una più ampia indagine avviata l’anno precedente, che aveva già portato al sequestro preventivo di oltre 570 mila euro e di crediti d’imposta per più di 1 milione di euro, trovati nei cassetti fiscali della società e di vari cessionari.

Nel corso delle verifiche, la Finanza ha scoperto che i responsabili della società, in concorso con un commercialista e un ingegnere, avevano documentato lavori edili mai realizzati o solo parzialmente eseguiti, al fine di maturare indebitamente crediti fiscali. Attraverso questo sistema la società era riuscita a stipulare contratti con oltre 550 privati cittadini, incassando caparre per circa 5 milioni di euro.

Le nuove misure e i reati contestati

In questa seconda fase dell’inchiesta, i Finanzieri hanno disposto il sequestro di ulteriori quote di crediti d’imposta inesistenti, per un valore complessivo superiore a 450 mila euro, ancora presenti nel cassetto fiscale della società. Sono inoltre stati bloccati circa 570 mila euro già ceduti a soggetti terzi, risultati in buona fede.

Quattro persone – tra cui i due amministratori, un commercialista e un ingegnere – sono state denunciate alla Procura di Udine per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica in atto pubblico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, secondo quanto previsto dal Codice Penale e dal D.Lgs. 74/2000.

La bancarotta e i fondi spostati all’estero

Le indagini hanno anche rivelato che la società coinvolta versava in una situazione di grave dissesto economico. Il Tribunale di Udine ha quindi dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale, dopo aver accertato che gli amministratori avevano distratto parte del patrimonio societario attraverso bonifici all’estero per 190 mila euro, aggravando ulteriormente il dissesto con operazioni dolose per oltre 5 milioni di euro.

A carico dei due dirigenti sono scattate ulteriori denunce per bancarotta fraudolenta patrimoniale, bancarotta semplice e ricorso abusivo al credito, in quanto avrebbero ottenuto indebitamente un prestito bancario di 200 mila euro, nascondendo lo stato di insolvenza ormai evidente.

La linea di contrasto alle frodi fiscali

La Guardia di Finanza di Udine sottolinea come questa indagine si inserisca nel più ampio quadro di contrasto alle frodi fiscali e alle indebite compensazioni di crediti d’imposta, un settore che ha registrato numerosi casi di irregolarità legati ai bonus edilizi ed energetici.

L’obiettivo è duplice: tutelare le risorse pubbliche e garantire la correttezza del mercato, evitando che condotte fraudolente compromettano la fiducia nei meccanismi di incentivo economico.

Attraverso operazioni come “Ghost works”, la Finanza ribadisce il proprio ruolo di polizia economico-finanziaria, impegnata nel salvaguardare la legalità e la trasparenza nel delicato settore dei bonus edilizi, assicurando che i benefici fiscali vadano realmente a chi ne ha diritto.

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