Trieste ricorda gli eroi del San Giusto: 36 anni dopo la tragedia sul Carso | FOTO

Trieste ricorda i tre militari del San Giusto caduti sul Carso nel 1986 durante un’esercitazione, tra memoria e celebrazione del coraggio.

28 settembre 2025 15:52
Trieste ricorda gli eroi del San Giusto: 36 anni dopo la tragedia sul Carso | FOTO -
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TRIESTE – A Banne, davanti all’ex caserma Monte Cimone, si è svolta la cerimonia in memoria dei tre militari del 1° Reggimento San Giusto caduti sul Carso il 1° settembre 1986 durante una pericolosa manovra di addestramento. L’evento ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alla Difesa, Fabio Scoccimarro, e di numerose associazioni combattentistiche e d’arma.

Un ricordo per gli eroi dimenticati

Scoccimarro ha sottolineato l’importanza di iniziative che possano ricordare tutti gli eroi poco conosciuti di Trieste, tra cui Medaglie d’oro e i tre militari caduti durante l’esercitazione sul Carso. La cerimonia ha previsto la deposizione di una corona d’alloro davanti al cippo dedicato a Fabio Santi, Michele Gallocchio e Vincenzo Passerini, alla presenza del presidente del Consiglio comunale Francesco di Paola Panteca, del presidente dell’Associazione dei Fanti di Trieste Mauro Pierazzi e della sorella di Passerini, Graziella, che ogni anno si reca a Trieste da Anagni per commemorare il fratello.

Il dramma del 1986

Durante la simulazione di una difesa da attacco aereo, i tre militari spinsero un mezzo M113 a zig-zag in discesa, probabilmente urtando un masso che ne causò il ribaltamento. Altri cinque commilitoni rimasero feriti, uno in maniera grave. L’assessore ha ricordato il contesto strategico dell’epoca, quando il San Giusto aveva il compito di proteggere la città da un ipotetico attacco proveniente da est.

Gratitudine e memoria

“Si deve gratitudine alle nostre cravatte rosse del San Giusto – ha concluso Scoccimarro – per aver voluto con tenacia l’erezione del cippo e per la dedizione con cui rinnovano gli onori ai tre militari caduti: erano giovani di leva, ma ben addestrati e valorosi, svolgendo funzioni oggi affidate a soldati di professione”. Il prossimo anno sarà il quarantennale della tragedia, occasione per rinnovare il ricordo e il rispetto verso questi uomini.

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