63enne in arresto cardiaco: ambulanza inviata all'indirizzo sbagliato, ritardano i soccorsi e lui muore
Trieste, arresto cardiaco: errore di comunicazione dell'indirizzo, ritardati i soccorsi e compromessi i tempi di intervento. La vicenda è stata rivelata dal consigliere Furio Honsell.


TRIESTE – Un tragico errore logistico ha compromesso un intervento di soccorso a Trieste il 29 ottobre scorso. Un uomo di 63 anni ha subito un arresto cardiaco e, nonostante l'allarme tempestivo, i soccorsi sono stati ritardati a causa di un errore nell’indirizzo e il 63enne ha perso la vita nonostante i tentativi di rianimazione. La vicenda è emersa grazie al consigliere regionale Furio Honsell, che ha richiesto chiarimenti sulla gestione del caso.
La sequenza degli eventi
Alle 7:32 del 29 ottobre, il NUE 112 di Palmanova ha ricevuto la chiamata da parte della sorella del paziente, che segnalava un arresto cardiaco e forniva l'indirizzo corretto: via Carlo Lona 1. La donna ha anche riferito di star praticando le manovre di rianimazione cardiopolmonare. La chiamata è stata successivamente girata alla SORES, la sala operativa emergenza sanitaria, che ha attivato l'ambulanza in codice rosso alle 7:35. Tuttavia, l'ambulanza è stata indirizzata a via Carlo Hollan, a circa 4 km dalla destinazione corretta.
Ritardo e correzione del tragico errore
Quando la centrale del NUE 112 si è accorta dell’errore, l'ambulanza era già in viaggio verso via Hollan. Alle 7:37, i soccorritori hanno dovuto fare dietrofront e dirigersi finalmente verso via Carlo Lona. L'ambulanza è arrivata sul posto alle 7:42, ben 10 minuti dopo l'allarme. Le manovre di rianimazione sono proseguite fino all'arrivo dell’automedica, che ha raggiunto il luogo dell'incidente alle 7:53, ben 21 minuti dopo la chiamata d'emergenza.
Un ritardo che potrebbe aver compromesso la situazione
Secondo la ricostruzione, l'automedica è stata contattata alle 7:46, ben 14 minuti dopo l'allarme e ha impiegato 7 minuti per arrivare sul posto. Questo ritardo nella gestione del caso, dovuto alla confusione sull'indirizzo corretto, ha compromesso la salute del paziente, morto dopo molti tentativi di rianimazione.