Nel piccolo comune di Premariacco, la situazione resta critica. Nonostante la forza impetuosa del Natisone, i soccorritori non demordono nella ricerca di Cristian Molnar, il giovane romeno scomparso il 31 maggio scorso. Il sindaco Michele De Sabata ha confermato che le ricerche subacquee hanno continuato grazie a correnti particolarmente veloci che hanno permesso l’accesso a zone prima inesplorabili.
Il lavoro di ricerca si è intensificato negli ultimi giorni. Dopo il ritrovamento dei corpi di Bianca Doros e Patrizia Cormos, l’attenzione si concentra ora sulle forre e le sponde del Natisone. Il sindaco ha spiegato come il mutare delle condizioni fluviali abbia spinto i soccorritori a estendere le loro operazioni fino a Manzano, ripercorrendo aree già esplorate in precedenza ma che potrebbero aver rivelato nuovi indizi a causa delle correnti modificate.
De Sabata ha inoltre sottolineato i rischi corsi dai sommozzatori, limitando temporaneamente i sorvoli in elicottero che sono essenziali per la sicurezza e il monitoraggio delle operazioni. Ogni decisione viene presa seguendo un preciso protocollo per garantire la massima sicurezza degli operatori.
Inchiesta giudiziaria in corso: un punto di svolta?
L’incontro tra l’avvocato Gaetano Laghi, che rappresenta la famiglia di Molnar, e il procuratore capo di Udine, Massimo Lia, segna una tappa cruciale nell’inchiesta. Sotto indagine è l’efficienza dei soccorsi nel tragico pomeriggio di fine maggio. L’obiettivo è determinare eventuali responsabilità per omicidio colposo, con gli inquirenti che lavorano alacremente per fare chiarezza sulla tragedia.
Un appello al cuore della comunità
La comunità locale e i familiari di Cristian continuano a sperare e a lottare affinché le ricerche portino a un esito positivo. L’impegno di tutti i soggetti coinvolti è massimo, e l’appello di Petru Radu, fratello di Cristian, a non perdere la speranza riecheggia tra le voci della comunità e dei media.