Premio Luchetta: tre giorni di incontri, storie e impegno civile al Teatro Miela di Trieste

L'importanza di un'informazione responsabile e l'impegno a salvaguardare i diritti umani: cosa è emerso al Premio Luchetta 2025

23 novembre 2025 16:46
Premio Luchetta: tre giorni di incontri, storie e impegno civile al Teatro Miela di Trieste -
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TRIESTEL’edizione 2025 del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta si conclude con un riscontro di pubblico straordinario e con un rinnovato impegno verso il diritto all’informazione.

Tre giornate dense di analisi, emozioni e confronti hanno trasformato il Teatro Miela di Trieste in un luogo di dialogo continuo, una vera agorà contemporanea dedicata alle storie che troppo spesso restano ai margini del dibattito pubblico.
Grazie alla trasmissione in diretta streaming, l’intero programma è stato seguito anche da chi non ha potuto partecipare di persona, mantenendo comunque attivo un filo diretto con quanto accadeva nel cuore della città.

Kermesse di giornalisti, ricercatori, magistrati, docenti universitari

Sul palco, insieme ai vincitori e ai finalisti delle sette categorie del Premio, sono intervenuti giornalisti, ricercatori, magistrati, docenti universitari e la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.

I temi affrontati hanno attraversato questioni cruciali come la violazione dei diritti umani, lo sfruttamento, le migrazioni, la povertà culturale e sociale, oltre al delicato rapporto tra mezzi di comunicazione e affidabilità delle fonti.
Più volte è stato ribadito quanto sia necessario difendere il giornalismo d’inchiesta, una pratica che oggi richiede ancora più coraggio e integrità.

Uno dei momenti più toccanti è stato l’intervento di Malak A Tantesh, giovane giornalista palestinese premiata nella categoria Stampa internazionale. Insieme a Lorenzo Tondo, ha portato la sua testimonianza diretta sulla vita a Gaza prima della sua fuga grazie a un permesso di studio.

Informazione responsabile e tutela dei diritti umani

L’affluenza al Teatro Miela è stata così elevata da superare più volte la capienza della sala. Questo conferma come il Premio rappresenti un’occasione preziosa per confrontarsi con professionisti della carta stampata, della radio e della televisione, e per riflettere sul divario crescente tra realtà e notizie manipolate.
Tra gli interventi più apprezzati, quello del direttore editoriale dell’agenzia European pressphoto agency, Tomas Stargardter, che ha ricordato come la credibilità di un professionista si fondi su un codice etico adottato senza compromessi, elemento indispensabile per creare un patto di fiducia con il pubblico.
La segretaria del Premio, Fabiana Martini, ha sottolineato come questa edizione sia riuscita a riportare al centro dell’attenzione temi fondamentali per la tutela dei diritti umani e per la solidità democratica.
L’appuntamento si conferma così non solo un riconoscimento al giornalismo, ma un invito collettivo a non rinunciare a un’informazione responsabile, capace di illuminare storie che altrimenti resterebbero nell’ombra.


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