Guanti bianchi porta a Gradisca d’Isonzo un viaggio teatrale nell’arte
Spettacolo Guanti bianchi a Gradisca d’Isonzo: Paolo Triestino guida il pubblico in un viaggio emozionante nell’arte.
GRADISCA D’ISONZO – Un nuovo appuntamento della rassegna Innesti – connessioni teatrali affatto prevedibili arriva alla Sala Bergamas con uno spettacolo che unisce ironia, emozione e una sorprendente capacità di avvicinare il pubblico all’arte. Guanti bianchi, scritto da Edoardo Erba e liberamente ispirato al libro L’arte spiegata ai truzzi di Paola Guagliumi, andrà in scena mercoledì 26, giovedì 27 e venerdì 28 novembre, sempre alle 20.30, portando sul palco un racconto teatrale tanto semplice quanto straordinariamente incisivo.
Un protagonista che conquista sin dal primo istante
Al centro della pièce c’è Paolo Triestino, interprete magistrale che firma anche la regia e che dà vita a un personaggio capace di trascinare gli spettatori dentro un mondo fatto di emozioni sincere, ricordi e bellezza. Le musiche di Natalia Paviolo, le luci curate da Giuseppe Magagnini e le animazioni realizzate da Valeriano Spirito contribuiscono a creare un’atmosfera visiva e sonora coinvolgente, mentre la produzione Diaghilev srl supporta un allestimento equilibrato e potente.
Il viaggio di Antonio tra arte, vita e dolori del suo paese
Protagonista della storia è Antonio, uomo semplice, genuino, dotato di un’ironia naturale e di un modo di raccontare le cose che conquista per immediatezza e verità. Ha trascorso l’intera esistenza a trasportare opere d’arte, vivendo un’esistenza fatta di lavoro, famiglia e piccole abitudini, partendo dalla sua Colleferro, cittadina nata attorno a una fabbrica di esplosivi, e da una famiglia di cassamortari.
È nella relazione con lo zio Cesare, movimentatore di opere d’arte, che Antonio trova la sua strada: un incontro che segna la sua vita e lo avvicina alla bellezza dei capolavori che per anni ha maneggiato, osservato e riguardato con una cura che va oltre la competenza accademica.
Con un linguaggio ruvido ma sorprendentemente acuto, Antonio commenta le immagini dei grandi capolavori proiettate in scena e accompagna lo spettatore in un percorso che abbraccia duemila anni di storia dell’arte: da Pitocrito a Mirò, da Michelangelo a Fontana, da Kessel il Vecchio a Edvard Munch.
La sua comicità spontanea, la capacità di alleggerire e illuminare ogni racconto, permettono anche al pubblico più distante o diffidente di avvicinarsi al significato profondo dell’arte.
Il motivo che lo spinge a salire sul palco
Ma il cuore emotivo dello spettacolo emerge quando Antonio rivela perché ha deciso di organizzare quella serata. Un delitto atroce avvenuto nel suo paese lo ha segnato profondamente, spingendolo a riflettere su quanto sia necessario, soprattutto nei momenti più bui, ritrovare la bellezza per restare umani.
Un messaggio semplice, mai retorico, che arriva al pubblico con immediatezza e delicatezza, trasformando lo spettacolo in una vera esperienza di condivisione e consapevolezza.
Un testo che unisce semplicità, ironia e profondità
Il lavoro di Edoardo Erba riesce a farsi guida leggera e sorprendente all’arte antica e contemporanea, mentre Triestino dà al suo Antonio una umanità inconfondibile: irresistibile, sincera, capace di commuovere e far sorridere allo stesso tempo. Un personaggio che resta nella memoria, proprio perché lontano da ogni artificio.
Informazioni sulla prevendita
I biglietti sono disponibili in prevendita al Nuovo Teatro, ogni martedì dalle 17 alle 19, e in Sala Bergamas un’ora prima dell’inizio della rappresentazione.