Cia Fvg, «aziende agricole montane in gravissima difficoltà»

L'agricoltura di montagna, pilastro per le comunità alpine, si trova ad affrontare una crisi senza precedenti. Le aziende agricole montane del Friuli Venezia Giulia, in particolare, si confrontano con...

01 marzo 2024 09:32
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L'agricoltura di montagna, pilastro per le comunità alpine, si trova ad affrontare una crisi senza precedenti. Le aziende agricole montane del Friuli Venezia Giulia, in particolare, si confrontano con una situazione di estrema difficoltà, segnalata da Franco Clementin, presidente di Agricoltori Italiani Fvg-Cia.

L'importanza dell'agricoltura di montagna

L'agricoltura di montagna è essenziale non solo per il sostentamento delle popolazioni locali ma anche per il contributo significativo in termini di biodiversità, conservazione del paesaggio, promozione del turismo e salvaguardia di tradizioni secolari. Questo settore, però, è ostacolato da numerose sfide: le condizioni naturali avverse, la limitata estensione di terreni coltivabili e la carenza di infrastrutture adeguate ne sono solo alcuni esempi. A queste si aggiungono problemi strutturali e burocratici che complicano ulteriormente la gestione e lo sviluppo delle aziende agricole montane.

Il ruolo dell'indennità compensativa

Per far fronte a queste difficoltà, viene erogata l'indennità compensativa, un sostegno economico cruciale per le aziende agricole che operano in aree svantaggiate. Questa indennità è destinata a compensare i maggiori costi e i minori ricavi che caratterizzano l'agricoltura in queste zone rispetto a quelle in aree più favorevoli. Tuttavia, quest'anno si assiste a un taglio drastico di questa forma di sostegno, con riduzioni che, in alcuni casi, superano il 50%. Tale decisione mette a rischio la sopravvivenza di molte aziende, in particolare in Carnia, dove la situazione è già particolarmente precaria.

La reazione del settore

Il presidente Clementin denuncia questa situazione e sottolinea l'importanza di interventi mirati da parte delle istituzioni regionali e nazionali. L'appello è rivolto all'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, e al ministro Francesco Lollobrigida, affinché si facciano portavoce delle esigenze del settore presso l'Unione Europea. L'obiettivo è correggere, o quantomeno mitigare, le conseguenze di una decisione ritenuta miope, che rischia di compromettere non solo l'economia ma anche il tessuto sociale e culturale delle aree montane.

La situazione attuale evidenzia una volta di più il divario tra la realtà quotidiana dell'agricoltura di montagna e la percezione di chi, a migliaia di chilometri di distanza, è chiamato a prendere decisioni cruciali per il suo futuro. "L'agricoltura sembra tremendamente facile quando il tuo aratro è una matita e sei lontano migliaia di chilometri dal campo di grano", conclude amaramente Clementin, citando una realtà troppo spesso ignorata a Bruxelles. La speranza è che questo grido di allarme non cada nel vuoto, ma porti a un ripensamento delle politiche UE, per garantire un futuro sostenibile all'agricoltura di montagna e alle comunità che ne dipendono.

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