È Rozzol Melara, il celebre complesso triestino di case popolari progettato da Carlo Celli e ispirato allo stile brutalista di Le Corbusier, l’inedita scena del quinto appuntamento con VETTORI, il progetto di Residenze Artistiche della Contrada. Protagonisti di questa quinta residenza sono le compagnie Kronoteatro e Maniaci d’Amore in “Unonessunocentomila – La libertà dei ciottoli”, un progetto in tre fasi che indaga drammaturgicamente il tema della libertà, in particolare la libertà di scelta. La prima fase ha preso corpo proprio alla Contrada di Trieste e sarà presentata al pubblico con una emozionante lettura scenica domenica 11 dicembre alle ore 18 a Rozzol Melara, nello snodo vicino alla Farmacia e al Circolo Auser, dal lato di via Carlo De Marchesetti.
Gli artisti hanno parlato del progetto anche in una conversazione aperta al pubblico con il critico teatrale Roberto Canziani: è possibile rivederla in streaming al link https://youtu.be/Mkg2YKlLOiM
Dopo le esperienze con le residenze di Paola Pisani con l’installazione/performance “Binah” alla Chiesa di San Silvestro, e di Matteo Carvone e la sua danza in “Paradisi” al Mercato Coperto di Trieste, il Teatro La Contrada continua a portare l’arte anche fuori dal palcoscenico per avvicinarla a tutti i cittadini. Da complesso urbano, quotidiano e residenziale, Rozzol Melara diventa dunque spazio artistico aperto non solo agli appassionati di teatro, ma alla cittadinanza tutta. E non a caso, perché al centro di questa prima fase del progetto “Unonessunocentomila – La libertà dei ciottoli” c’è la famiglia, in particolare «il “Padre” e l’Eredità, concetti ingombranti e al contempo assenti che si lasciano dietro dubbi e ferite», spiegano Kronoteatro e Maniaci d’Amore. Con stile acido eppure candido, emerso già nello spettacolo “La Fabbrica degli Stronzi”, gli artisti vogliono metterci di fronte agli aspetti più agghiaccianti dell’istituzione famigliare: le sue verità scivolose e il mistero di cosa ereditiamo mentre il mondo va spegnendosi.
«Durante la residenza al Teatro Stabile de La Contrada abbiamo raccolto tematiche e materiali, Luciana Maniaci e Francesco d’Amore sono stati impegnati nella drammaturgia: a Melara presentiamo il germe iniziale del testo, il primo affresco di questa idea di spettacolo», spiega Tommaso Bianco di Kronoteatro. «Cercheremo di presentare una lettura scenica non canonica. A condurla saremo tutti assieme: attori tecnici e drammaturghi. Io e Maurizio Sguotti in scena, Alex Nesti alla parte tecnica mentre Luciana Maniaci e Francesco d’Amore traghetteranno il pubblico nel cuore dei temi che in residenza abbiamo toccato. Rozzol Melara è il luogo giusto non solo perché è un posto di famiglie, ma perché racconta bene anche le fisionomie sia di Kronoteatro che dei Maniaci D’Amore: come le nostre compagnie si trova fuori dal centro cittadino ma, attraversato dalla creatività e dall’arte, ibridando spazi e linguaggi, diventa centrale per il nostro futuro. Con questo primo germe di drammaturgia vogliamo guardare a come le nostre scelte possano avere durata, effetti e influssi anche dopo la nostra vita. Attraverso il testamento, materiale e morale, ci chiediamo cosa e chi dopo di noi risulta ancora plasmato tramite noi e in quale maniera questo si manifesta».
Il progetto “Unonessunocentomila – La libertà dei ciottoli” è pensato come un trittico: dopo questa prima fase si svilupperà anche nel prossimo biennio, con altre due collaborazioni: «Il progetto vuole indagare, attraverso la creazione di tre produzioni indipendenti ma interconnesse l’una all’altra, i concetti di scelta, libertà ed autonomia», dice Tommaso Bianco. «Per compiere questo percorso Kronoteatro si affianca a tre compagini artistiche differenti per linguaggio, provenienza, poetica e direttive di ricerca, ma accomunate da un occhio impietoso ed attento sulle dinamiche umane, relazionali e sociali: dopo Maniaci d’Amore, nel 2023 anche con la danzatrice e coreografa Francesca Foscarini e nel 2024 con l’autrice e attrice Francesca Sarteanesi. Se il lavoro con i Maniaci d’Amore si occupa di più delle tematiche della scelta all’interno della famiglia, il lavoro con Foscarini si concentrerà più sul piano delle idee, mentre con Sarteanesi lavoreremo sui piccoli rapporti quotidiani che si hanno con gli sconosciuti».