Morti in un casolare abbandonato a San Gottardo: Nabi e Muhammad avevano 35 e 38 anni

Due uomini ritrovati senza vita in un casolare a Udine: indagini in corso, probabile intossicazione da monossido di carbonio.

26 novembre 2025 08:21
Morti in un casolare abbandonato a San Gottardo: Nabi e Muhammad avevano 35 e 38 anni  -
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UDINE – In un casolare abbandonato nascosto tra la vegetazione di via Bariglaria, nella zona di San Gottardo, sono stati ritrovati i corpi senza vita di due uomini di 35 e 38 anni, entrambi di nazionalità pakistana e senza fissa dimora. La scoperta è avvenuta il 24 novembre, quando un conoscente, allarmato dopo averli visti immobili all’interno dell’edificio, ha raggiunto la Stazione di Posta di piazzale Unità d’Italia chiedendo l’intervento delle forze dell’ordine.

Un edificio degradato usato come rifugio

Il casolare, conosciuto dai residenti come casa bruciata per un incendio avvenuto anni fa, è da tempo in stato di abbandono, privo di vetri, pieno di detriti, con scale pericolanti e ingressi semi-bloccati da reti divelte da chi cerca un riparo di fortuna. Da anni è frequentato da senza dimora e tossicodipendenti, spesso segnalato per degrado e microcriminalità.

All’arrivo degli agenti della Squadra Mobile e delle Volanti, supportati dai Vigili del fuoco per l’accesso in sicurezza, la scena si è mostrata subito critica: al piano ammezzato erano presenti una brandina, coperte, indumenti, un sacco a pelo e diverse bottiglie di alcolici. Accanto ai giacigli, un braciere artigianale, ricavato da una teglia metallica, utilizzato probabilmente per scaldarsi nelle notti fredde.

La pista principale: intossicazione da monossido

Sui corpi non sono stati trovati segni di violenza, né tracce di colluttazione. Il procuratore capo Massimo Lia ha precisato che allo stato attuale non emergono elementi che facciano pensare a un reato. L’ipotesi più probabile è quella di una intossicazione da monossido di carbonio, favorita dall’assenza di ricambio d’aria e dal tentativo di sigillare la stanza con una coperta per evitare le correnti.

La posizione dei cadaveri sembra confermare questa ricostruzione: uno dei due uomini era disteso nel sacco a pelo, come colto nel sonno; l’altro era seduto sulla brandina, ancora vestito, come sorpreso da un malore improvviso.

Autopsia, accertamenti e testimonianze

Le salme di Nabi Ahmad, 35 anni, e Muhammad Baig, 38 anni, sono state trasferite all’Istituto di Medicina Legale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, dove verranno effettuati gli esami autoptici. Nel frattempo proseguono le indagini della Polizia per ricostruire gli ultimi spostamenti dei due uomini e ascoltare eventuali testimoni che li avrebbero incontrati nei giorni precedenti.

Una tragedia che riaccende il tema dell’emarginazione

Il caso ha riportato al centro del dibattito cittadino la condizione dei senza dimora a Udine, una realtà che – secondo la Caritas – coinvolge stabilmente oltre cinquanta persone. Molti vivono ai margini, in edifici dismessi, magazzini, scantinati o casolari come quello di via Bariglaria.

Paolo Zenarolla, vicedirettore Caritas Udine, ha sottolineato che “non basta chiudere gli edifici abbandonati, dobbiamo aiutare chi soffre”, ribadendo l’urgenza di un supporto strutturale, soprattutto durante l’inverno.

Il sindaco Alberto De Toni ha ricordato i potenziamenti dei servizi cittadini, mentre varie associazioni chiedono un approccio più incisivo contro l’invisibilità sociale che colpisce chi vive in strada.

Un luogo segnato dal degrado e da vecchie segnalazioni

Il caseggiato di via Bariglaria era noto alle forze dell’ordine: in passato era stato teatro di occultamento di stupefacenti, piccoli incendi e ritrovi notturni. L’area circostante è difficilmente controllabile per la presenza di vegetazione fitta, ruderi pericolanti e accessi nascosti.

La tragedia dei due uomini – giunti in Italia da anni e privi di una dimora – si consuma in un contesto dove solitudine, povertà e marginalità estrema si intrecciano con luoghi abbandonati che diventano rifugi improvvisati e, talvolta, trappole mortali.

Attesa per i risultati medico-legali

Solo l’autopsia potrà confermare definitivamente le cause del decesso, ma al momento la pista dell’intossicazione da monossido di carbonio è la più solida. Nel frattempo, proseguono gli accertamenti della Polizia e il confronto tra istituzioni, associazioni e territorio per affrontare un problema che, come dimostra questa vicenda, resta drammaticamente attuale.

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