Irregolare e con numerosi precedenti penali: rimpatriato 22enne tunisino
La Polizia di Stato di Trieste rimpatria un cittadino tunisino di 22 anni con precedenti per reati gravi e ritenuto socialmente pericoloso.
TRIESTE — La Polizia di Stato di Trieste ha eseguito il rimpatrio nel Paese d’origine di un cittadino tunisino di 22 anni, irregolarmente presente sul territorio nazionale e gravato da numerosi precedenti penali.
L’operazione, portata a termine lo scorso 25 ottobre 2025, è stata condotta dal personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Trieste, in applicazione del provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto in data 21 ottobre.
Un profilo criminale con precedenti gravi
Il giovane, già destinatario di altre espulsioni, risulta indagato in diversi procedimenti penali per rissa, resistenza a pubblico ufficiale, rapina, furto aggravato, maltrattamenti, minaccia, lesioni aggravate e porto di armi o oggetti atti a offendere.
Inoltre, il 27 giugno 2025 era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Trieste a 5 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale di gruppo pluriaggravata, reato che ha contribuito a definire la sua elevata pericolosità sociale.
Le fasi del rimpatrio
A seguito della decisione del Prefetto, il soggetto è stato associato al Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Gradisca d’Isonzo (GO) il 22 ottobre, dove è rimasto per alcuni giorni in attesa dell’esecuzione del provvedimento.
Il 25 ottobre, scortato dal personale della Polizia di Stato, è stato rimpatriato nel Paese d’origine mediante scorta internazionale, in collaborazione con le autorità competenti.
L’azione della Polizia di Stato
Il rimpatrio rappresenta una nuova misura di contrasto alla criminalità e di tutela della sicurezza pubblica da parte della Questura di Trieste, che continua a monitorare con attenzione i soggetti irregolari e socialmente pericolosi presenti sul territorio.
L’intervento si inserisce nel più ampio piano operativo volto al rafforzamento dei controlli sull’immigrazione irregolare e nella costante azione di prevenzione e sicurezza messa in campo dalla Polizia di Stato, nel pieno rispetto dei diritti della persona e della presunzione di innocenza, in attesa degli esiti definitivi dei procedimenti giudiziari in corso.