Trieste, la polizia lancia lacrimogeni sui manifestanti
Dopo lanci d'acqua con gli idranti, le Forze dell'Ordine hanno usato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti nella zona del porto di Trieste. La protesta però continua con i portuali e i 'no green...
Dopo lanci d'acqua con gli idranti, le Forze dell'Ordine hanno usato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti nella zona del porto di Trieste. La protesta però continua con i portuali e i 'no green pass' che arretrano ma non lasciano la zona.
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AGGIORNAMENTI PRECEDENTI
La polizia sta cercando di sgomberare il porto di Trieste dai manifestanti per consentire la ripresa delle normali operazioni quotidiane. Gli agenti hanno azionato gli idranti e sparato lacrimogeni sulla folla, cercando di spingere i contestatori verso il parcheggio esterno. Un cordone di lavoratori ha costituito un cordone tra la polizia e i manifestanti.
Alcuni mezzi della polizia sono giunti al presidio davanti al Varco 4 dall'interno del Porto, dove i manifestanti li attendevano seduti dall'altro lato del Varco lungo la strada seduti a terra intonando "La gente come noi non molla mai" e "Libertà". I poliziotti sono scesi dai mezzi in tenuta antisommossa, un funzionario li ha più volte invitati a disperdersi "in nome della legge" poi sono stati azionati gli idranti.
Un cordone di lavoratori tra Ps e manifestanti - I lavoratori portuali, riconoscibili per le tute gialle, hanno costituito un cordone tra polizia e no Green pass per evitare appunto contatti tra le forze dell'ordine e i manifestanti e garantire dunque anche l'incolumità di tutti. La polizia continua progressivamente ad avanzare e gli altri ad arretrare senza però prove di forza da alcuna delle due parti.
Identificati alcuni manifestanti - Gli agenti hanno poi sparato lacrimogeni disperdendo la folla che continuava a stazionare al porto e in tanti sono arretrati su via dei Campi Elisi. Alcuni manifestanti sono stati identificati dalle forze dell'ordine: non è stata vagliata con precisione la loro posizione né deciso se contestare loro reati.
La linea dei sindacati - Al di là delle divergenze organizzative su come gestire la protesta, pare comunque essere stato ascoltato l'appello dei sindacati. "Liberate il porto", le legittime manifestazioni di dissenso "devono essere garantite, ma non possono impedire ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro",avevano affermato Cgil, Cisl e Uil.
"Quelle persone che hanno dimostrato solidarietà a quei lavoratori portuali in presidio facciano un passo in avanti e liberino il porto e quei lavoratori da un peso e una responsabilità che non hanno. Non si esasperi questa situazione perché, nel rispetto di tutte le idee, chiediamo che la maggioranza non sia ostaggio di una minoranza".