Benandanti, leggende e suoni moderni: “NINE” racconta il Friuli del XIII secolo

“NINE” porta in scena il Friuli del XIII secolo tra leggende, benandanti e musica moderna. Tre date gratuite a Coseano, Ronchis e Pocenia.

12 novembre 2025 08:33
Benandanti, leggende e suoni moderni: “NINE” racconta il Friuli del XIII secolo -
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COSEANO (UD) – Un viaggio tra leggende, fede e magia, tra narrazione teatrale e musica moderna: è questo l’universo di “NINE”, lo spettacolo che intreccia storia e fantasia per far rivivere il Friuli del XIII secolo, popolato da donne guaritrici, benandanti, sciamani e guerrieri.

Un racconto che unisce epoche e culture

Ambientato nell’antico Hospitale di San Tomaso di Majano, “NINE” racconta la storia di Nine, una guaritrice friulana dotata di poteri misteriosi, e di Kalju, giovane guerriero baltico che incrocia il suo destino con quello della donna. Un incontro tra culture e linguaggi, tra Oriente e Occidente, tra magia e spiritualità, che supera i confini del tempo e della fede.

Le date e i luoghi dello spettacolo

Il progetto, promosso dall’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean” APS, con il contributo del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia e il sostegno dei Comuni di Coseano, Ronchis e Pocenia, propone tre appuntamenti gratuiti aperti al pubblico:

  • 14 novembre a Coseano, Auditorium “Galetiere”;

  • 15 novembre a Ronchis, Palestra Comunale;

  • 29 novembre a Pocenia, Sala conferenze della Biblioteca.

Tre serate per scoprire un teatro che parla friulano, dove la musica contemporanea incontra il mito e il racconto popolare.

Le parole dei protagonisti istituzionali

«Lo spettacolo NINE è un omaggio ai nostri giovani e alla comunità – ha dichiarato David Asquini, sindaco di Coseano – un’occasione per celebrare la nostra lingua madre e le radici friulane, in concomitanza con la consegna della Costituzione ai neo diciottenni».

Anche a Ronchis, la vicesindaco Valentina Maurizio evidenzia il valore culturale dell’iniziativa: «Ospitare questo evento rappresenta un momento importante di valorizzazione culturale. “NINE – nei teatri” unisce arte, storia e identità, arricchendo il nostro programma culturale e valorizzando il talento degli artisti friulani».

A Pocenia, la sindaco Debora Furlan sottolinea l’attenzione ai temi sociali e territoriali: «Siamo felici di partecipare a un progetto che coniuga attenzione alle tematiche femminili e amore per il territorio, riconoscendo la professionalità e la passione di chi porta in scena la nostra cultura».

Una collaborazione artistica d’eccellenza

“NINE” nasce dall’incontro tra tre protagonisti della scena culturale regionale:

  • Paolo Paron, storico e voce narrante, che restituisce con intensità il sapore delle antiche cronache friulane;

  • Alessandro Pozzetto, cantautore e autore dei brani originali, che intreccia parole e musica in un tessuto emotivo e suggestivo;

  • Nico Odorico, compositore e sound engineer, che cura la parte sonora e le atmosfere elettroniche dello spettacolo.

Insieme, costruiscono un’esperienza immersiva che trasporta il pubblico in un Friuli arcaico e visionario, dove la leggenda diventa specchio della contemporaneità.

La voce dell’Istitût Ladin Furlan

«Con “NINE – nei teatri” vogliamo offrire al pubblico un modo nuovo e moderno di avvicinarsi alla lingua e alla cultura friulana – spiega Geremia Gomboso, presidente dell’Istitût Ladin Furlan –. È un ponte tra passato e presente, tra memoria e innovazione, per far rivivere la nostra identità in una luce nuova e condivisa».

Un viaggio tra memoria e futuro

Lo spettacolo si presenta come un viaggio sensoriale che unisce musica, voce e simboli antichi, dove la forza del sapere femminile emerge come filo conduttore di un racconto universale. “NINE” diventa così un atto d’amore verso il Friuli, verso la sua lingua, le tradizioni popolari e il valore delle radici, offrendo al pubblico un’esperienza intensa che unisce teatro, spiritualità e innovazione sonora.

Un evento che celebra la bellezza del territorio friulano, la sua identità linguistica e il potere di trasformare la memoria in arte viva, rinnovando l’orgoglio di appartenere a una terra che continua a raccontarsi, con voce antica e sguardo moderno.

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