Fincantieri a Monfalcone, la sinistra tra mozione bipartisan e sfida industriale
A Monfalcone la sinistra firma la mozione della Lega su Fincantieri: il dibattito rivela tensioni tra identità politica e difesa del lavoro.
A Monfalcone, la sinistra locale ha firmato la mozione proposta dalla Lega, che solleva criticità legate al sistema produttivo di Fincantieri basato su appalti e subappalti. Una scelta che ha evidenziato, più che un allineamento politico, una fase di incertezza e riflessione sull’identità del centrosinistra.
Negli ultimi anni, infatti, il dibattito politico attorno al lavoro ha mostrato come alcune forze di centrosinistra tendano a inseguire le logiche della destra su temi di appartenenza e identità, rischiando di mettere in secondo piano valori come solidarietà, uguaglianza e progresso. Il caso di Monfalcone rappresenta un esempio chiaro: una città con un cantiere navale di rilevanza internazionale, che occupa a Panzano più di 5.000 persone, di cui circa 1.500 a tempo indeterminato, e che costituisce una parte fondamentale dell’economia locale.
La risposta dell’azienda
L’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, ha risposto alla mozione con una lettera ai media, sottolineando che l’azienda rischia di essere usata come cassa di risonanza politica. Folgiero ha ricordato che Fincantieri produce circa tre miliardi di PIL in regione e ha prospettive di occupazione per i prossimi dieci anni.
Ha inoltre evidenziato l’attenzione verso i lavoratori: dai corsi di italiano e di educazione civica agli investimenti in servizi e spazi nel cantiere per ridurre l’impatto sul territorio, per un totale di circa 23 milioni. Secondo l’AD, modificare dall’esterno un sistema industriale complesso può interferire con strategie che coinvolgono oltre venti Paesi e richiedono competenza e lungimiranza.
Difendere il lavoro oltre la politica
Il caso di Monfalcone mette in luce come la politica possa entrare in tensione con la gestione industriale: la sinistra, firmando la mozione bipartisan, ha mostrato una certa fragilità nel definire il proprio ruolo nella difesa del lavoro e della comunità. L’attenzione alla nazionalità dei lavoratori o alle logiche di partito rischia di oscurare il valore universale del lavoro stesso.
Fincantieri resta un esempio di integrazione e sviluppo: investe in innovazione, sicurezza, formazione e benessere dei dipendenti, promuovendo protocolli di legalità e progetti di inclusione sociale. Questi aspetti, spesso trascurati nel dibattito politico, ricordano come la gestione di un’impresa globale richieda analisi approfondite, più che interventi guidati dalla contingenza locale.
Il dibattito sulla mozione, dunque, non riguarda solo le scelte di appalti e subappalti, ma riflette una più ampia questione culturale e politica: come conciliare le esigenze della città e dei lavoratori con la complessità industriale, senza ridurre il confronto a slogan o calcoli elettorali. La sfida per la sinistra rimane quella di trovare un equilibrio tra identità politica, tutela del lavoro e responsabilità verso il territorio.