TRIESTE – Il decesso di Liliana Resinovich, avvenuto a Trieste il 14 dicembre 2021 e il cui corpo è stato ritrovato il 5 gennaio 2022 in un boschetto, potrebbe essere stato causato da soffocamento. Questa è una delle ipotesi formulate dalle forze dell’ordine mentre le indagini proseguono sul complicato caso della donna di 63 anni.
La scoperta del corpo e la perizia medico-legale
Il cadavere della donna era stato trovato in circostanze particolari: la testa era avvolta in due sacchetti trasparenti, legati al collo con un cordino, e il corpo era stato inserito in due sacchi neri utilizzati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Questa nuova ipotesi, che suggerisce la morte per asfissia, è emersa dopo il deposito della perizia medico-legale eseguita sul corpo esumato il 13 febbraio 2024.
Le indagini e le perplessità sul suicidio
L’ipotesi del suicidio, inizialmente sostenuta dalla Procura, aveva sollevato numerosi dubbi, non solo tra i familiari ma anche tra gli investigatori. Il GIP Luigi Dainotti aveva evidenziato diverse incongruenze, con più di venti punti da approfondire. Inoltre, le perizie effettuate non avevano convinto l’autorità giudiziaria, tanto che nel giugno 2023 il caso è stato riclassificato come omicidio.