Abbattuto un lupo maschio di 45 chili: «era una minaccia». Esplode la polemica

Lupo abbattuto in Alto Adige: scoppia la polemica tra Provincia, Lav e associazioni animaliste. Accuse di prevenzione insufficiente e ricorsi in corso.

12 agosto 2025 18:32
Abbattuto un lupo maschio di 45 chili: «era una minaccia». Esplode la polemica -
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BOLZANO – Poco dopo la mezzanotte di oggi 12 agosto, a quota 2800 metri di altitudine, è stato abbattuto un lupo maschio di circa 45 chili nell’area dell’Alta Val Venosta. La notizia è stata confermata da Günther Unterthiner, direttore della Ripartizione Foreste della Provincia autonoma di Bolzano, specificando che l’intervento rientra nel decreto firmato dal presidente provinciale Arno Kompatscher, che ha autorizzato il prelievo di due esemplari nella stessa zona. L’operazione è stata eseguita dal Corpo Forestale Provinciale. Leggi anche: Allarme nella pedemontana friulana: branco di lupi uccide decine di pecore a Polcenigo, avvistamenti anche a Spilimbergo.

Le ragioni della provincia

Secondo il presidente Kompatscher e l’assessore provinciale all’Agricoltura e Foreste Luis Walcher, la presenza del lupo in Alto Adige si è fatta negli ultimi anni sempre più problematica per il tradizionale allevamento alpino e, in alcune circostanze, per la sicurezza pubblica.

I dati forniti dalle autorità forestali indicano che, tra maggio e luglio di quest’anno, in un alpeggio della Val Venosta si sono registrati 31 attacchi confermati ai danni di animali da pascolo. La stagione alpestre precedente ne aveva contati 42. Le malghe colpite sono state dichiarate zone di protezione dei pascoli in base alla normativa provinciale.

Nonostante ciò, i sistemi di prevenzione messi in campo non avrebbero impedito gli episodi: recinzioni e cani da conduzione non si sarebbero dimostrati efficaci. Sia l’Osservatorio faunistico provinciale sia l’Ispra hanno espresso parere favorevole al prelievo, consentito per 60 giorni e giustificato anche dalla recente decisione dell’Unione Europea di declassare lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” attraverso un emendamento alla Direttiva Habitat entrato in vigore il 14 luglio.

La dura reazione della Lav

La decisione non è stata accolta positivamente dalle associazioni animaliste. In prima linea la Lav, con il responsabile Animali Selvatici Massimo Vitturi, che ha definito la notizia “profondamente dolorosa e al tempo stesso fonte di rabbia”.

Secondo la Lav, i sistemi di prevenzione non sarebbero stati adottati o lo sarebbero stati in maniera parziale e inadeguata. Nei documenti in possesso dell’associazione emergerebbe che molti capi di bestiame si trovavano fuori dalle recinzioni anti-lupo al momento degli attacchi e che, per la protezione, sarebbero stati utilizzati cani da conduzione invece di quelli da guardiania, notoriamente più adatti a contrastare i predatori.

Vitturi sostiene che, se le misure fossero state applicate correttamente, l’uccisione del lupo si sarebbe potuta evitare. La Lav ha già annunciato di voler presentare una denuncia per uccisione di animale contro la Provincia di Bolzano.

Le critiche delle altre associazioni animaliste

Non solo Lav. Green Impact, Leal, Leidaa e Oipa hanno diffuso una nota congiunta in cui accusano la Provincia autonoma di Bolzano di aver autorizzato l’uccisione di un lupo “a caso”, appartenente a una sotto-popolazione minacciata, in un contesto in cui la specie gode ancora di una protezione legale rigorosa.

Le associazioni parlano di “politica oscurantista e anti-scientifica”, sottolineando che si tratta del primo territorio in Italia ad approvare un’azione simile mentre sono pendenti diversi ricorsi, la cui discussione è fissata al 9 settembre davanti al Consiglio di Stato.

Gli animalisti sostengono inoltre che in Alto Adige la prevenzione sia lasciata alla discrezione degli allevatori, che spesso non sfruttano appieno i fondi pubblici disponibili per implementare misure di difesa adeguate. Nei report della Provincia, affermano, si evidenzia l’uso di Border Collie – cani da conduzione – invece di mastini o pastori maremmani, più idonei alla guardiania, e la gestione di più greggi da parte di un solo pastore.

L’intervento politico di michela Vittoria Brambilla

Sul tema è intervenuta anche l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ha condannato la scelta definendola “una condanna a morte per due lupi della Val Venosta, eseguita per accontentare le lobby locali che influenzano la politica provinciale”.

Secondo Brambilla, nessun argomento giuridico, parere tecnico o ragionamento basato sul buon senso avrebbe trovato ascolto da parte della Provincia o del Tar. La parlamentare ha paragonato l’operazione alle barbare decimazioni praticate in passato negli eserciti.

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