Il Friuli Venezia Giulia sta vivendo un momento di profondo cambiamento nel mondo del lavoro. Se da un lato i numeri dell’occupazione sono in crescita, dall’altro emergono criticità legate all’invecchiamento della popolazione attiva e alla partenza di molti giovani in cerca di opportunità altrove. Per invertire la tendenza e costruire un futuro sostenibile, il Friuli Venezia Giulia deve investire sempre più nella formazione, nell’innovazione e nella creazione di ambienti lavorativi dinamici e attrattivi.
Progetti pubblici e privati stanno già gettando le basi per questo cambiamento: bandi regionali incentivano l’adozione di tecnologie innovative da parte delle imprese, mentre il tessuto universitario e degli ITS continua a rafforzare l’offerta formativa legata alle nuove professioni digitali. La sfida sarà non solo quella di formare talenti, ma anche di offrire loro prospettive di crescita, opportunità concrete e un ecosistema in grado di valorizzarli.
L’occupazione cresce, ma pesa l’età media elevata
Secondo gli ultimi dati Istat elaborati da IRES FVG, nel 2024 il numero degli occupati nella regione ha raggiunto quota 527.500, con un aumento di circa 7.600 unità rispetto all’anno precedente (+1,5%). A trainare la crescita è stata soprattutto l’occupazione femminile (+3%), mentre la maggior parte dei nuovi contratti riguarda il tempo pieno, con un calo significativo delle posizioni part-time. Nonostante il quadro positivo, l’età media dei lavoratori continua ad aumentare: oltre il 42% degli occupati ha più di 50 anni, mentre la fascia tra i 35 e i 49 anni è scesa al 36,1%. In altre parole, il Friuli Venezia Giulia lavora di più, ma invecchia.
Giovani in fuga e talenti da trattenere
Il problema demografico si intreccia con un fenomeno ormai strutturale: la fuga dei cervelli. Negli ultimi dodici anni, il Friuli Venezia Giulia ha perso circa 30.000 giovani tra i 18 e i 34 anni, emigrati principalmente verso Germania, Svizzera, Spagna, Regno Unito e Francia. Molti di loro sono laureati o altamente specializzati.
Questo esodo impoverisce il tessuto sociale e produttivo regionale, costringendo le imprese locali a cercare lavoratori fuori regione o all’estero. Al contempo, cresce anche il numero di persone provenienti da altri Paesi europei ed extraeuropei che scelgono il Friuli Venezia Giulia per vivere e lavorare, attirate dalla qualità della vita e da alcune opportunità occupazionali, in particolare nei settori tecnologici e manifatturieri.
Gli studi che preparano al lavoro: il digitale protagonista
Di fronte a questa situazione, il sistema educativo regionale sta cercando di adattarsi. L’Università di Udine ha lanciato il progetto Edunext, che rivoluziona i percorsi di laurea con una didattica più flessibile e digitale. Allo stesso tempo, l’Università di Trieste si distingue per l’alto tasso di occupazione dei laureati entro un anno dal conseguimento del titolo, grazie a percorsi formativi sempre più internazionali e professionalizzanti. A crescere in modo esponenziale sono anche gli ITS Academy: percorsi post-diploma che offrono una formazione pratica e altamente specializzata nei settori chiave della nuova economia, come il digitale, le tecnologie dell’informazione e la cybersecurity.
Proprio in questo contesto, si vede nascere o crescere realtà innovative che operano nel mondo digitale. Tra queste spicca Skiller.it, piattaforma di giochi online dedicata all’intrattenimento digitale. Skiller rappresenta uno degli esempi concreti di come, anche in Friuli Venezia Giulia, sia possibile costruire percorsi professionali innovativi, sfruttando le competenze acquisite attraverso studi tecnologici e digitali. La crescita di aziende come Skiller evidenzia come l’innovazione digitale possa diventare una leva fondamentale non solo per creare nuovi posti di lavoro, ma anche per trattenere i giovani sul territorio.
Stipendi in crescita moderata
Il Friuli Venezia Giulia si colloca al sesto posto tra le regioni italiane per livello di retribuzione, con uno stipendio medio lordo mensile di circa 1.862 euro. A guidare la classifica provinciale è Trieste, dove la media salariale raggiunge 1.994 euro, seguita da Pordenone (1.899 euro), Udine (1.821 euro) e Gorizia (1.709 euro).
Tuttavia, l’incremento degli stipendi non ha compensato il forte aumento dell’inflazione, che nel 2023 ha superato il 5,7%, riducendo sensibilmente il potere d’acquisto reale dei lavoratori. Le differenze salariali interne rimangono marcate: a Trieste, ad esempio, si passa da redditi medi di oltre 38.000 euro annui nei quartieri più centrali a poco più di 21.000 euro nelle aree periferiche. Questi dati confermano come, pur in un quadro di crescita, la regione debba continuare a lavorare per garantire una distribuzione più equa delle opportunità economiche su tutto il territorio.