Il Sacrario di Oslavia ha riaperto i suoi portoni con una cerimonia solenne, diventando nuovamente un luogo simbolo della Grande Guerra che ospita le spoglie di oltre 57.000 caduti, molti dei quali senza nome. Durante l’evento erano presenti numerose autorità, tra cui il ministro della Difesa Guido Crosetto, la medaglia d’oro al valor militare Paola Del Din, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il Capo di Stato maggiore della Difesa Luciano Portolano, insieme al sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna e ad altri primi cittadini isontini.
Un luogo di memoria e riflessione
Sebastiano Callari, assessore regionale al Patrimonio, ha sottolineato l’importanza della riapertura del Sacrario come simbolo di condivisione e inclusione per la terra friulana. Ha evidenziato che cerimonie come questa sono fondamentali per mantenere un ricordo propositivo, costruendo così un futuro migliore. La coincidenza con la designazione di Nova Gorica e Gorizia come Capitali europee della Cultura per il 2025 aggiunge ulteriore valore simbolico alla cerimonia.
Il restauro e il contributo della Regione
Il recente intervento di restauro al Sacrario di Oslavia, finanziato con 50mila euro dalla Regione Friuli Venezia Giulia, ha riguardato il recupero di diversi elementi, tra cui il cancello e la scalinata principale, la campana Chiara che riprenderà a suonare dopo dieci anni, la conservazione di quattro pezzi di artiglieria esposti sul terrazzo e la piantumazione di alberi e aree verdi, curata dagli studenti dell’Istituto tecnico agrario “Brignoli” di Gradisca d’Isonzo.
Il significato del Sacrario
Situato sul Monte Calvario, il Sacrario di Oslavia custodisce i resti di 57.000 caduti della Prima Guerra Mondiale, di cui 37.000 non identificati. La riapertura del Sacrario non solo invita alla riflessione sulla storia, ma promuove anche un rinnovato rispetto per la memoria storica e il reciproco valore, rafforzando il legame tra le comunità di Gorizia e Nova Gorica.
La cerimonia di riapertura
La cerimonia si è conclusa con una funzione religiosa e la visita all’ossario, permettendo ai partecipanti di onorare coloro che hanno sacrificato la propria vita durante il conflitto. Organizzato dal Comando militare Esercito Friuli Venezia Giulia, l’evento sottolinea l’importanza di custodire la memoria e di trasmettere alle nuove generazioni il valore della pace e della condivisione.