UDINE – Si conclude il 16 gennaio 2025 un intricato caso legale che ha visto come protagonista Gianni Prenassi, ex dipendente di un’azienda friulana. Il rapporto di lavoro di Prenassi ha generato una complessa vicenda legale e tecnologica che ha coinvolto la polizia postale e la difesa, con l’utilizzo di tecnologie per l’analisi delle prove. Dopo anni di battaglie legali, Prenassi ha ottenuto una doppia vittoria: è stato assolto con formula piena e l’azienda che lo aveva accusato di accessi abusivi al sistema informatico è stata condannata a risarcirlo.
L’inizio della controversia: un incidente in ufficio
Tutto è cominciato nell’autunno del 2018, quando Prenassi ha scoperto un estraneo al suo computer in ufficio. “Era un digital forenser”, spiega l’avvocato David D’Agostini, “un investigatore informatico incaricato dal titolare dell’azienda di estrarre una copia dei dati del pc per trovare prove di infedeltà a carico del dipendente”. Questo evento ha segnato l’inizio di un lungo calvario per Prenassi, che è stato sospeso e licenziato con l’accusa di svolgere attività concorrente durante l’orario di lavoro.
La battaglia legale: un processo penale e una causa di lavoro
Dopo il licenziamento, Prenassi ha affrontato un lungo percorso legale. Nel 2021, le sentenze di primo grado hanno avuto esiti contrastanti. Nel processo penale è stato assolto, mentre nella causa di lavoro è stato condannato a rifondere le spese legali. Nel 2024, le sentenze di appello hanno ribaltato la situazione, confermando l’assoluzione in ambito penale e condannando l’azienda a risarcire il danno nella causa di lavoro.
La reazione dell’azienda e il futuro di Prenassi
L’azienda ha presentato ricorso in Cassazione per tentare di ribaltare le sentenze a favore di Prenassi. Tuttavia, quest’ultimo ha potuto finalmente mettere fine a questa lunga battaglia legale. Nonostante il periodo psicologicamente difficile, Prenassi non si è arreso e ha trovato un nuovo impiego trasferendosi in Trentino Alto Adige.