MANIAGO (PORDENONE) – Una fase investigativa delicata è in corso riguardo alla tragica morte di Daniel Tafa, il giovane operaio di soli 22 anni deceduto nella notte del 25 marzo scorso presso la fabbrica Stm di Maniago a causa dell’esplosione di un macchinario.
Il giovane è stato ucciso sul colpo da schegge metalliche durante il suo turno di lavoro.
Indagini affidate ai Ris di Parma
Un punto di svolta nelle indagini è stato annunciato con l’intervento dei Carabinieri del Ris di Parma sul caso. I reperti recuperati sul luogo dell’incidente saranno esaminati il 24 luglio presso i laboratori della sezione biologica dell’Arma, con l’obiettivo di chiarire completamente le circostanze dell’esplosione e della morte dell’operaio.
Secondo quanto rivelato, si tratta di azioni che non potranno essere ripetute, e per questo motivo il PM Andrea Del Missier ha informato le parti coinvolte della possibilità di nominare consulenti tecnici per garantire massima trasparenza.
Cinque persone sotto inchiesta per omicidio colposo
Attualmente ci sono cinque indagati nell’inchiesta, tra cui i titolari dell’azienda, i responsabili della sicurezza e i fornitori dell’impianto, accusati di presunte negligenze nei sistemi di sicurezza che hanno portato alla morte dell’operaio.
Anche i familiari di Daniel sono coinvolti nel processo attraverso l’avvocato Fabiano Filippin.
Analisi delle schegge sequestrate
Tra gli elementi sotto esame dei Ris ci sono le schegge metalliche recuperate sul luogo dell’incidente, che potrebbero rivelare informazioni cruciali sull’origine dell’esplosione e su eventuali difetti tecnici o errori umani. I risultati delle analisi biologiche saranno trasmessi alla Banca nazionale dei dati DNA come previsto dal protocollo.
Proroga per la perizia tecnica sul macchinario
L’indagine sulla perizia tecnica del macchinario utilizzato da Daniel Tafa la sera dell’incidente si è rivelata complessa. Per questo motivo, i periti incaricati, Manuel Forchiassin e Federico Lui, hanno ottenuto una proroga per completare l’analisi tecnica entro il 20 ottobre.
Si sta cercando di determinare se il macchinario fosse difettoso, se ci siano stati errori nell’uso o mancanze nei protocolli di sicurezza che potrebbero aver contribuito alla tragedia.