Friuli Venezia Giulia, incertezza normativa blocca le piccole derivazioni idroelettriche

In Friuli Venezia Giulia cresce l’incertezza normativa sulle concessioni idroelettriche, frenando investimenti e lo sviluppo delle aree montane.

15 luglio 2025 14:00
Friuli Venezia Giulia, incertezza normativa blocca le piccole derivazioni idroelettriche -
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FRIULI VENEZIA GIULIA – Scatta l’allerta nel settore delle piccole derivazioni idroelettriche in Friuli Venezia Giulia, a causa della profonda incertezza normativa che grava sull’attività di produzione di energia da queste fonti. Al centro della questione vi sono dubbi interpretativi relativi alla normativa vigente e l’attesa che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronunci sull’obbligo di gara anche per le concessioni di piccola entità. Questa situazione di incertezza sta rallentando gli investimenti, con un impatto significativo sullo sviluppo delle aree periferiche, soprattutto quelle montane, già fragili sotto il profilo economico e demografico.

AssImpIdro Fvg e il ricordo di una guida esperta

A tracciare questo quadro è la presidente di AssImpIdro Friuli Venezia Giulia, Gianna Cimenti, che guida un’associazione nata nel 2010 e oggi composta da 48 soci. L’associazione rappresenta in gran parte piccole e medie imprese che garantiscono centinaia di posti di lavoro e hanno un ruolo fondamentale nel tessuto socio-economico regionale.

In questi giorni si ricorda anche il decennale della scomparsa di Roberto Maier, tra i fondatori di AssImpIdro e figura di riferimento nel mondo dell’idroelettrico regionale. Come sottolinea la presidente Cimenti, la sua esperienza ha contribuito a orientare l’associazione verso una strategia di dialogo costruttivo con la politica regionale e con la pubblica amministrazione, puntando a tutelare gli interessi degli operatori senza rinunciare a un confronto serio con i decisori.

Un dialogo aperto per superare le incertezze normative

L’associazione continua a portare avanti un confronto con le istituzioni regionali, come dimostra la proposta di legge presentata nel 2024 al Consiglio regionale Fvg. L’obiettivo è regolare in modo chiaro e funzionale le procedure di rinnovo delle concessioni idroelettriche in scadenza, collegandole a investimenti che i concessionari dovranno realizzare per sostenere la transizione energetica nel territorio di riferimento.

La presidente Cimenti chiarisce che la storica contrapposizione tra tutela ambientale e produzione idroelettrica rappresenta ormai un retaggio superato. «I due aspetti – spiega – sono entrambi di interesse pubblico e devono convivere in modo armonico e proporzionato».

L’auspicio è che il nostro Paese riesca rapidamente a uscire da questa fase di incertezza normativa, che di fatto blocca gli investimenti necessari per il potenziamento e l’efficientamento degli impianti già esistenti. Solo così il settore potrà tornare a crescere, con benefici diretti per aree montane e periferiche a rischio di spopolamento, garantendo continuità occupazionale e sviluppo locale.

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