Ucciso dalla madre a Muggia, i funerali del piccolo Giovanni saranno pubblici
La tragica morte di Giovanni a Muggia, 9 anni, tra violenze pregresse e incontri non protetti.
MUGGIA (TRIESTE) – Non si smette di parlare della morte del piccolo Giovanni, ucciso dalla madre a Muggia. Pochi giorni fa sono emersi nuovi dettagli agghiaccianti sulla sua vita nei giorni e nei mesi precedenti alla tragedia. Notizia di poche ore fa, invece, riguarda i funerali che saranno pubblici.
Ultim'ora: funerali pubblici per Giovanni
Saranno pubblici i funerali di Giovanni, come ha annunciato il parroco di Muggia, don Andrea Destradi, vicino da tempo al papà del bambino, Paolo, e che lo sta assistendo con particolare attenzione in questo momento. "La funzione dovrebbe essere pubblica - ha spiegato il sacerdote - a meno che nei prossimi giorni il papà non cambi idea". Al momento non è stata fissata una data per la celebrazione, perché, secondo quanto si apprende, la Procura non ha ancora rilasciato il nulla osta necessario. Il passaggio alla funzione pubblica dovrebbe avvenire a breve, visto che l’autopsia sul corpo del piccolo è stata completata nei giorni scorsi. Leggi qui: Un minuto di silenzio e le campane del Duomo che suonano: Muggia si ferma per Giovanni.
I primi segnali di allarme
Il bambino aveva manifestato episodi di violenza da parte della madre già nell’estate precedente. Racconti riportati al padre descrivevano gesti aggressivi e intimidatori, come quando aveva detto: “Mamma mi ha strozzato. Mamma mi ha infilato un dito nel sedere dicendo ‘così non va bene’”. Questi episodi erano stati segnalati ai servizi sociali e alle autorità, ma non avevano portato a misure protettive efficaci. Leggi l'approfondimento: Il piccolo Giovanni e i troppi allarmi inascoltati.
Le denunce precedenti
Il padre aveva presentato una denuncia nel 2023, segnalando maltrattamenti e possibili violenze sessuali. Tuttavia, il procedimento si era concluso con l’archiviazione: le dichiarazioni del bambino e i controlli medici non erano stati considerati sufficienti per ipotizzare gravi maltrattamenti.
Gli incontri non protetti
Nonostante gli allarmi, le successive valutazioni legali avevano autorizzato incontri non protetti tra madre e figlio. Giovanni, interpellato dagli inquirenti, aveva espresso dubbi: “Non so se è una buona idea”. Pochi mesi dopo, durante uno di questi incontri, il piccolo è stato ucciso dalla madre.