Trieste – 6 luglio 2023: Il giudice del Tribunale di Trieste ha confermato il diritto di “Anna”, triestina di 55 anni, affetta da sclerosi multipla, a essere sottoposta a tutte le verifiche necessarie per poter accedere all’ aiuto al “suicidio medicalmente assistito”. La decisione arriva a quasi un mese dalla prima udienza in cui “Anna” aveva chiesto, dopo ben 215 giorni di attesa, che fosse ordinato all’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) di effettuare le verifiche così come previsto dalla “sentenza Cappato” della Corte costituzionale.
“Il Tribunale, come si legge nella decisione e in accoglimento delle domande di ‘Anna’, tramite i suoi legali, ha accertato il diritto costituzionalmente garantito della donna a ottenere entro 30 giorni il completamento delle verifiche di cui alla sentenza Cappato, evidenziando come fino a ora l’ASUGI non abbia adempiuto ai propri obblighi di tutela del diritto alla salute della paziente. Il Tribunale ha anche chiarito che il parere del comitato etico deve essere espresso solo dopo il completamento di tutte le verifiche da parte dell’Azienda Sanitaria, visto che l’ASUGI aveva erroneamente chiesto questo parere prima di procedere all’accertamento delle condizioni di ‘Anna’ e all’individuazione del farmaco letale, così male interpretando la sentenza 242/2019” dichiara l’Avvocata Filomena Gallo, Segretaria Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e di difesa* che ha seguito “Anna”.
“Importante inoltre la condanna al pagamento di 500 euro per ogni giorno di ritardo nell’adempimento dei propri obblighi. Quindi se l’ASUGI entro il termine di 30 giorni stabilito dal Tribunale non avrà concluso le verifiche di sua competenza, e non avrà di conseguenza ancora accertato che ‘Anna’ possegga o meno tutti i requisiti per accedere alla morte volontaria, come individuati nella sentenza Cappato, e (all’esito delle verifiche) non avrà individuato il farmaco letale e le modalità di attuazione, dovrà pagare una sanzione. È infatti inammissibile ritardare l’esercizio di un diritto fondamentale costituzionalmente garantito, e così comprimere la libertà, la dignità e l’autodeterminazione di ‘Anna’, la cui sofferenza è costante e le cui condizioni di salute sono peggiorate dal giorno della richiesta iniziale all’Azienda Sanitaria”, conclude Filomena Gallo.
“Questa decisione non solo è importante perché individua dei termini brevi (30 giorni) entro cui l’Azienda Sanitaria deve completare le verifiche previste dalla Corte costituzionale, cercando così di arginare il rischio che si ripetano casi come quello di Federico Carboni, ma anche perché pone in evidenza la necessità che siano dettati tempi certi e perentori entro cui le Aziende Sanitarie Locali devono svolgere tutte le verifiche di loro competenza. È esattamente quanto chiede la Proposta di Legge Regionale dell’Associazione Luca Coscioni che sarà presto depositata in Consiglio regionale” dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che continua: “C’è da sperare che sia data immediata attuazione alla sentenza per non rischiare di aggiungere al grave danno per ‘Anna’ la beffa per i cittadini del Friuli Venezia Giulia di essere chiamati a risarcire quel danno”.