Trieste, scoperto centro massaggi a luci rosse: offriva prestazioni sessuali a pagamento
Trieste, 47enne cinese denunciata per favoreggiamento della prostituzione in un centro massaggi, immobile sequestrato e indagini in corso.


TRIESTE – Un’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di via Hermet ha portato alla denuncia di una donna cinese di 47 anni, accusata di aver favorito la prostituzione in un centro massaggi situato nel cuore della città. L’immobile è stato immediatamente sottoposto a sequestro preventivo.

Venti clienti al giorno per prestazioni a pagamento
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura e dalla Sezione Operativa dei Carabinieri, si è concentrata su diversi centri massaggi gestiti da cittadini cinesi. In uno di questi, la 47enne avrebbe imposto a una connazionale, assunta come massaggiatrice, di offrire servizi sessuali a pagamento. Gli inquirenti hanno registrato un flusso di circa venti clienti giornalieri, con tariffe tra 80 e 120 euro per ogni prestazione.
Strategie per sfuggire ai controlli
Per eludere i possibili controlli, la maîtresse aveva organizzato il sistema dei pagamenti: i guadagni venivano nascosti sotto un tappeto e prelevati in momenti diversi, in modo da non essere trovata mai con il denaro addosso durante le ispezioni da parte delle Forze dell’Ordine.

Perquisizione e prove raccolte
Durante la recente perquisizione, i Carabinieri hanno trovato nell’appartamento denaro contante e documentazione che confermava l’attività illecita. La donna è stata denunciata per favoreggiamento della prostituzione, mentre il sequestro dell’immobile è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Condizioni di sfruttamento delle lavoratrici
L’operazione ha acceso i riflettori sulle dure condizioni di lavoro a cui sono sottoposte molte donne in questi centri: turni massacranti dalle 9 alle 23, retribuzioni bassissime (non oltre il 20% degli incassi), nessuna pausa e forte dipendenza economica, in un clima di paura e ricatto che rende difficile denunciare le violenze subite.

Sfruttamento silenzioso e difficoltà di denuncia
La Procura di Trieste sottolinea la gravità di queste forme di sfruttamento, spesso invisibili e difficili da far emergere proprio a causa del timore delle vittime, della barriera linguistica e della totale dipendenza dalle persone che le impiegano.