Maxi-sequestro dell'Antimafia: confiscati beni per oltre 220mila euro a un usuraio napoletano 50enne

La DIA di Trieste confisca beni per 220mila euro a un usuraio di Napoli, arrestato nel 2020. I beni, tra cui contanti e gioielli, sono frutto di attività illecite.

14 febbraio 2025 12:55
Maxi-sequestro dell'Antimafia: confiscati beni per oltre 220mila euro a un usuraio napoletano 50enne -
Condividi

TRIESTE - La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha notificato un provvedimento di confisca di beni a carico di un 50enne di Napoli, indagato per estorsione e usura aggravata dal metodo mafioso. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Trieste – Sezione Misure di Prevenzione, si basa su una serie di accertamenti che hanno messo in luce la pericolosità sociale dell’individuo e il suo patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Provvedimenti cautelari e il sequestro dei beni

Il 50enne, con un lungo passato di provvedimenti cautelari, era stato arrestato nel 2020 dopo il sequestro di un’arma da fuoco detenuta illegalmente, insieme a gioielli, orologi di valore e una cospicua somma di denaro, ritenuti frutto di attività usuraia e estorsiva. Il Tribunale ha quindi disposto la confisca della totalità dei beni, come misura contro la sua pericolosità sociale, considerando anche l’uso di prestanome per occultare il patrimonio.

Il valore dei beni sequestrati

La confisca, che ha avuto luogo al termine delle udienze camerali, ha riguardato beni per un valore complessivo stimato di oltre 220mila euro. Tra gli oggetti confiscati figurano contanti, preziosi di ingente valore e motoveicoli di grossa cilindrata. Questi beni sono stati riconosciuti come provento di attività illecite legate all’usura e all’estorsione.

Accertamenti e indagini da parte della DIA

Le indagini condotte dalla Sezione Operativa della DIA di Trieste hanno permesso di mettere in evidenza il legame tra il patrimonio del 50enne e attività criminali. Il Procuratore Distrettuale di Trieste ha così proposto la confisca dei beni, che è stata confermata dal Collegio giudicante.

Segui Prima Friuli