Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca, grido d'allarme sulla sicurezza
Il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca si trova nuovamente al centro delle cronache dopo l'ennesimo episodio di fuga, sollevando preoccupazioni significative sul livello di sicurezza e sul...
Il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca si trova nuovamente al centro delle cronache dopo l'ennesimo episodio di fuga, sollevando preoccupazioni significative sul livello di sicurezza e sull'adeguatezza delle infrastrutture attualmente in uso. Il SIM Carabinieri Friuli Venezia Giulia ha espresso una «profonda preoccupazione per la gestione di individui, spesso con condanne per reati gravi, in strutture non progettate per detenzioni di lungo termine» - si legge in una nota giunta in redazione.
La recente evasione di tre detenuti non fa che sottolineare la vulnerabilità di un sistema già teso e la crescente pericolosità che tale situazione comporta non solo per gli operatori di polizia ma anche per la comunità circostante. La fuga ha evidenziato come le misure di sicurezza attuali siano insufficienti e come sia urgente una revisione e un potenziamento delle stesse.
«In merito agli eventi recenti avvenuti presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca - denunciano - , il SIM Carabinieri Friuli Venezia Giulia desidera ribadire ed esprimere profonda preoccupazione per la sicurezza delle strutture destinate ai detenuti amministrativi in attesa di rimpatrio. Queste strutture, originariamente concepite per funzioni di accoglienza temporanea, si trovano ora a gestire individui detenuti a tutti gli effetti, spesso con condanne per crimini gravi nei paesi d'origine».
La sicurezza del personale e dei cittadini a rischio
Il timore che le strutture esistenti non siano adeguate a contenere detenuti per crimini gravi è una preoccupazione che va oltre il rischio di nuove evasioni; pone anche questioni su come garantire la sicurezza del personale impegnato quotidianamente in questi centri e quella dei cittadini. Questo scenario solleva interrogativi etici e logistici significativi sul trattamento dei detenuti e sulle politiche di immigrazione e rimpatrio vigenti.
Il SIM Carabinieri Friuli Venezia Giulia non solo chiede un riconoscimento delle criticità attuali, ma anche un intervento decisivo e tempestivo per rafforzare la sicurezza in questi centri, per prevenire futuri episodi di violenza o fuga, e per proteggere coloro che lavorano in prima linea.
«La recente fuga di tre detenuti evidenzia una volta di più la inadeguatezza di tali strutture per la detenzione di lungo termine - hanno proseguito - , mettendo in luce la pericolosità non solo per gli operatori di polizia che quotidianamente vi lavorano, ma anche per l'intera comunità. La sicurezza degli operatori e dei cittadini non può essere affidata a strutture non progettate per questo scopo, né può essere sottovalutata la pericolosità degli individui evasi».
«È imperativo che le autorità riconoscano queste criticità e agiscano con decisione per garantire la sicurezza di tutti - concludono - . Chiediamo interventi immediati per rafforzare la sicurezza delle strutture e proteggere coloro che sono in prima linea nella gestione di tali ambienti complessi».