Burlo Garofolo, il progetto “Non solo prima e dopo, ma durante” dà voce agli adolescenti in cura
Il Burlo Garofolo lancia “Non solo prima e dopo, ma durante”: scuola, psicologia e cura insieme per gli adolescenti in ospedale.
TRIESTE — Ammalarsi in adolescenza è un evento complesso, ma la possibilità di guarigione e di futuro dipende anche da ciò che accade durante il percorso di cura.
È da questa consapevolezza che nasce “Non solo prima e dopo, ma durante”, progetto della Struttura di Oncoematologia Pediatrica dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo, che attraverso video-testimonianze e percorsi educativi e psicologici integrati mette al centro la persona, la scuola e la speranza.
L’importanza della scuola in ospedale
Al Burlo, la Scuola in Ospedale (SIO) è un servizio statale e gratuito che accompagna i pazienti dall’infanzia alle superiori, garantendo continuità educativa e normalità anche durante i ricoveri.
Come spiega il dottor Marco Rabusin, direttore della Struttura di Oncoematologia Pediatrica, “grazie ai progressi in ambito emato-oncologico oggi la possibilità di guarigione per i pazienti pediatrici si attesta intorno all’80%. Un risultato dovuto non solo ai protocolli terapeutici, ma anche all’attenzione crescente per la qualità della vita dei bambini e degli adolescenti in cura”.
L’adolescenza è una fase delicata, segnata da cambiamenti fisici, psicologici e sociali. L’irruzione della malattia rompe improvvisamente la quotidianità: scuola, sport, amicizie.
In questo contesto, la scuola diventa un elemento terapeutico: sostiene la motivazione, riduce l’ansia e offre ai giovani un senso di continuità e appartenenza.
Un modello di cura integrato
Come spiega la dottoressa Laura Pomicino, psicoterapeuta dell’Oncoematologia, “la scuola rappresenta un’esperienza fondamentale che dobbiamo sempre garantire ai giovani pazienti, perché dà un senso di continuità verso un futuro che arriverà”.
Il progetto “Non solo prima e dopo, ma durante” si fonda su due assi principali:
la centralità della persona, con percorsi psicologici personalizzati;
il coinvolgimento del contesto scolastico, per costruire piani educativi individualizzati che tengano conto delle necessità cliniche e relazionali.
L’obiettivo è mantenere un ponte tra la vita di prima e quella che seguirà la guarigione, preservando la crescita e il senso di identità personale.
“La scuola è speranza”
“È quel pezzo di normalità che si riesce a mantenere anche in ospedale” racconta Roberta Gasperini, insegnante della Scuola in Ospedale del Burlo.
“Le giornate in reparto sono lunghe e i ragazzi ci aspettano. Quando vedono arrivare l’insegnante pensano che ci sia speranza per il loro futuro. La scuola trasmette coraggio, perché sposta l’impegno non solo sulla malattia, ma anche sul proprio progetto di vita”.
Gli insegnanti che ogni giorno entrano nei reparti del Burlo provengono dall’Istituto comprensivo Dante Alighieri (per infanzia, primaria e medie) e dal Liceo Petrarca (per le superiori). Insieme a medici e psicologi, contribuiscono a offrire un percorso educativo e umano di rinascita.
Un progetto che, come ricorda l’équipe del Burlo, restituisce ai ragazzi la possibilità di immaginare il futuro anche durante la malattia — perché la cura, per essere davvero efficace, passa anche dalla mente, dalle relazioni e dalla scuola.