La musica e la vita di Viktor Ullmann
TRIESTE – Martedì 1° luglio, l’associazione MusicArtemia presenta “Un omaggio a Viktor Ullmann 1898-1944”, un concerto proposto dal Trio formato da Valeria Mela (mezzosoprano), Valentina Renesto (sax alto e soprano) e Giuseppe Bruno (pianoforte), accompagnati dalla voce recitante di Delfo Menicucci. L’evento esplora la produzione musicale di Ullmann, compositore di straordinario talento e tragico destino, protagonista della fioritura artistica nel campo-ghetto di Theresienstadt, a cui è dedicato il festival sulla musica degenerata, concentrazionaria e dell’esilio.
Ullmann è divenuto noto soprattutto per l’opera “Kaiser von Atlantis”, composta a Terezin ma rappresentata solo nel 1975. Da allora, il lavoro ha riscosso crescente interesse, portando all’attenzione anche le altre sue composizioni. Allievo di Schönberg, Ullmann spaziò dall’atonalità rigorosa delle sue prime opere come le “Variationen und Doppelfuge über ein Thema von Arnold Schönberg” a composizioni più accessibili, come la “Rapsodia” per saxofono e orchestra, qui proposta in versione per pianoforte.
Le opere composte a Terezin tra il 1942 e il 1944 mostrano la volontà di comunicare con i compagni di prigionia con chiarezza e immediatezza, senza però rinunciare a un linguaggio armonico di grande eleganza. Tra queste, il “Melodram” su testo di Rainer Maria Rilke, scritto nell’estate del 1944 e dedicato alla moglie, rappresenta una delle pagine più intense del compositore, con influenze evidenti di Berg e Mahler.
Il Trio e la sua originalità
Nato nel 2023, il Trio unisce il recital vocale con la musica da camera, sperimentando nuove relazioni tra voce, sax e pianoforte. Il sax, grazie alla sua versatilità, arricchisce il repertorio con sonorità che abbracciano anche strumenti come oboe, clarinetto e corno, offrendo così un’esperienza musicale originale e coinvolgente.
Il festival “Erev/Layla” e la serata conclusiva
Giovedì 3 luglio chiuderanno la rassegna i Suoni della Murgia, con lo spettacolo “Il grano il cielo il filo spinato. Visioni e memoria dei prigionieri del Campo 65”. Il progetto racconta la prigionia di oltre 12.000 persone internate nel Campo 65, situato tra Altamura e Gravina, durante la Seconda Guerra Mondiale. Attraverso canti evocativi, testi e strumenti tradizionali, lo spettacolo narra le difficoltà e la forza di chi visse in condizioni durissime, ma riuscì a mantenere viva la cultura e la speranza.
Il Campo 65 fu il più grande campo per prigionieri di guerra alleati in mano italiana e, dopo la sua chiusura, divenne un centro di addestramento per partigiani jugoslavi. Negli anni successivi, fu trasformato in centro di raccolta profughi provenienti da Africa, Venezia Giulia e Dalmazia.
Il direttore artistico sottolinea come il festival “Erev/Layla” rappresenti un’occasione culturale evoluta, che valorizza la musica e la cultura ebraica attraverso esecuzioni di rara esecuzione, coinvolgendo giovani musicisti da tutta Europa. La collaborazione con il Museo “Carlo e Vera Wagner” e la realtà museale ebraica di Trieste arricchisce ulteriormente il valore dell’evento, rendendo la città un polo culturale di rilievo per la conoscenza della storia e della musica ebraica.