Fine vita, gli ultimi video esclusivi di Martina Oppelli: "Non ho più l’energia, però il sorriso non me lo toglieranno"
Le testimonianze di Laura Santi e Martina Oppelli sul fine vita: video-testamento e ultime parole prima del viaggio in Svizzera.


TRIESTE - A pochi giorni dall’approvazione della legge sul fine vita in Sardegna e ancora in attesa di una normativa nazionale, Le Iene tornano sul tema, raccontando le storie di due donne che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze secondo coscienza e dignità.
Due vite, una scelta di civiltà
Laura Santi e Martina Oppelli, entrambe affette da grave sclerosi multipla, hanno scelto quest’estate di andarsene alle proprie condizioni, lasciando un’ultima testimonianza. Laura ha pubblicamente condiviso il suo messaggio, mentre Martina ha inviato una serie di video-testamento a Giulio Golia, registrati prima in casa e poi durante il viaggio verso la Svizzera. Questi filmati sono al centro del servizio di Francesca Di Stefano, in onda oggi domenica 21 settembre in prima serata su Italia 1.
Martina Oppelli: coraggio e dignità fino all’ultimo
Giulio Golia ha incontrato Martina (leggi qui l'articolo: Suicidio assistito negato in Italia: Martina Oppelli è morta oggi in Svizzera) per la prima volta a marzo. Costretta sulla sedia a rotelle dal 2009 e praticamente paralizzata, la giovane ha mantenuto la propria volontà fino all’ultimo. Dopo tre tentativi negati di accedere al suicidio assistito in Italia, si è rivolta a un centro svizzero, consegnando però le sue ultime parole all’inviato:
“Ciao Giulio, come vedi sono molto diversa da quando ci siamo conosciuti. Nel 2018 ho iniziato a dire che sarebbe stato bello morire in primavera, ascoltando il silenzio dei fiori, perché un fiore non fa mai rumore, sboccia, fiorisce e poi muore. Così, nessuno se ne accorge. Ho ricevuto, invece, un altro diniego, io che ci speravo. Come vedi non sono più truccata, acconciata e ben vestita, non ho più l’energia. Me ne vado, sai. Non posso dirti quando ma io parto, vado all’estero. Me ne vado e vado in Svizzera. Benché io stia ancora facendo la quarta rivalutazione e i medici siano già venuti, ma io non ce la facevo più. Ti ricordi che ti dicevo che i soldi si trovano anche per una che è “pezzente” come me, mi sono indebitata e l’ho fatto. Muoio povera, ho vissuto da povera ma mi sentivo ricchissima, di spirito e di resistenza. È un po’ difficile volare via così. Non so più se mi sento un albatros coraggioso o forse più un colibrì, un coloratissimo colibrì che resta immobile facendo una fatica terribile a roteare con le sue alette così delicate, immobile davanti a un fiore, per succhiarlo fino all’ultima goccia di linfa vitale. È questo il mio messaggio. Non bisogna mai fare scelte avventate, per questo dico, anche ai giovani, ai neo diagnosticati, provate, non arrendetevi subito, succhiate fino all’ultima goccia vitale di questo splendido mondo che ci è stato donato. Il fine vita va accettato, va affrontato. Guardatemi così come. Eccomi, con tutte le rughe dei miei 50 anni suonati, però il sorriso dal viso non me lo toglieranno mai. Ciao a tutti.”

Il viaggio verso la Svizzera di Martina
Qualche giorno dopo, già in viaggio verso la Svizzera, Martina ha inviato un secondo videomessaggio: “Ciao Giulio, sono in viaggio, siamo quasi arrivati in Svizzera. Sono l’ennesimo cervello che fugge all’estero, mentre tantissimi sederi rimangono piantati saldi sulle loro poltrone. Sarebbe il caso si facesse subito una legge sensata sul fine vita, laica, che tenga conto di ogni dolore, di ogni situazione. Non si possono aspettare due anni, tre anni, per ricevere la soluzione. I “dissidenti” sono qui che mi supportano. Un abbraccio Giulio, ciao!”
