Scontri tra ultras in Triestina-Brescia: tre arresti, un agente ferito

Trieste, scontri nella partita Triestina–Brescia: tre ultras arrestati e un agente ferito, indagini ancora in corso.

05 novembre 2025 09:24
Scontri tra ultras in Triestina-Brescia: tre arresti, un agente ferito -
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TRIESTE – Sono tre le persone arrestate dalla Polizia di Stato al termine delle indagini sugli scontri avvenuti allo stadio Nereo Rocco in occasione della partita di Serie C Triestina–Brescia del 2 novembre. Gli arresti, eseguiti in flagranza differita, riguardano due tifosi bresciani, nati rispettivamente nel 1978 e nel 1998, e un ultras triestino del 1976.

Le accuse e le misure adottate

Ai tre arrestati vengono contestati i reati di rissa aggravata, lesioni, violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale in concorso, oltre al porto abusivo di oggetti atti a offendere.
Le misure sono state eseguite dagli agenti della D.I.G.O.S. di Trieste, con il supporto della D.I.G.O.S. di Brescia, dopo un’approfondita attività investigativa che ha incluso l’analisi dei filmati raccolti durante gli incidenti, utilizzati come prova documentale per la convalida dei provvedimenti.

La dinamica degli scontri

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, circa cinquanta ultras bresciani erano arrivati a Trieste a bordo di minivan e auto private, raggiungendo via San Pantaleone, zona in cui si trovano alcuni locali frequentati abitualmente dai tifosi della squadra di casa.
I gruppi si sono affrontati per alcuni minuti, molti a volto coperto e armati di aste da bandiera e cinture, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine che hanno interrotto l’azione.
Nel corso dell’intervento un agente della D.I.G.O.S. di Trieste ha riportato lesioni con prognosi di dieci giorni, a seguito di un contatto con alcuni dei partecipanti alla rissa.

Arresti domiciliari e indagini ancora aperte

I tre arrestati si trovano ora agli arresti domiciliari, in attesa della convalida dell’Autorità Giudiziaria. Nel frattempo, la D.I.G.O.S. triestina continua l’analisi del materiale video per identificare ulteriori responsabili dei disordini.

Procedimento ancora in fase preliminare

Come precisato dalla Questura, il procedimento penale è ancora nella fase preliminare: le responsabilità degli indagati saranno valutate nel corso del processo.
Per garantire la tutela della privacy e nel rispetto della presunzione di innocenza, non sono state rese note le generalità né ulteriori elementi utili alla loro identificazione.

L’episodio riaccende l’attenzione sul tema della sicurezza negli stadi e del contenimento della violenza tra tifoserie, che resta una priorità per le forze dell’ordine impegnate a garantire lo svolgimento regolare e sicuro degli eventi sportivi.

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