Sequestrati 30 chili di oppio nel porto di Trieste
TRIESTE – Un sequestro record di oppio è avvenuto nel porto di Trieste durante un controllo doganale condotto dalla Guardia di Finanza di Trieste e dagli ufficiali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Durante l’operazione è emerso un astuto sistema di occultamento, con la sostanza nascosta all’interno di mattoni refrattari e oggetti in resina, tutti confezionati per simulare componenti di un braciere decorativo.


Il metodo: droga nascosta in oggetti d’arredo
Nel corso dei controlli su un tir proveniente dalla Turchia, già segnalato nelle analisi di rischio, i Finanzieri del II Gruppo di Trieste hanno ispezionato alcuni scatoloni che, all’apparenza, contenevano solo mattoni e ceramiche. Dopo un attento smontaggio dei materiali, sono stati rinvenuti 30 chilogrammi di oppio in pasta avvolti in pellicola protettiva. Il carico, imbarcato in Iraq e destinato doganalmente nei Paesi Bassi, viaggiava con una spedizione internazionale affidata a un’azienda irachena.


Impegno costante contro il traffico illecito
Oltre ai mattoni, la sostanza stupefacente è stata trovata in altri sei scatoloni contenenti oggetti in resina realizzati su misura, a dimostrazione della sofisticazione dei metodi utilizzati per il traffico internazionale di droga. Le autorità stanno ora proseguendo gli accertamenti in collaborazione con altri paesi europei per identificare mittenti e destinatari, ancora nascosti dietro società e nominativi fittizi.


L’operazione conferma il ruolo centrale della Guardia di Finanza nel contrasto ai traffici illeciti, con particolare attenzione alla prevenzione della diffusione di sostanze stupefacenti e alla tutela della popolazione più vulnerabile. Le attività investigative proseguiranno nei prossimi giorni per fare luce sull’intera filiera di distribuzione.

