Università di Udine e ASI insieme per la ricerca sugli effetti dell'inattività fisica e della microgravità

L’Università di Udine partecipa con l’ASI a uno studio sugli effetti della microgravità e dell’inattività fisica attraverso il “bed rest”.

09 ottobre 2025 11:21
Università di Udine e ASI insieme per la ricerca sugli effetti dell'inattività fisica e della microgravità -
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UDINE - L’Università di Udine è protagonista di un’importante ricerca scientifica promossa dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dedicata allo studio degli effetti fisiologici dell’inattività fisica e della microgravità sull’organismo umano. L’indagine rientra nel programma internazionale “Science for Bed Rest” e coinvolge anche i gruppi di ricerca delle Università di Trieste e Padova.

Studio sugli effetti dell’allettamento

La ricerca utilizza il modello sperimentale del “bed rest”, che prevede il mantenimento prolungato del riposo a letto da parte di volontari per simulare le condizioni di assenza o riduzione di gravità, come quelle vissute dagli astronauti durante i voli spaziali. Allo stesso tempo, consente di analizzare gli effetti dell’inattività sul corpo umano, con ricadute dirette anche in campo medico e riabilitativo.

Il programma di ricerca internazionale

Lo studio, condotto presso l’Ospedale Generale di Isola, in Slovenia, prevede 21 giorni di allettamento per un gruppo di 21 volontari, uomini e donne.
L’iniziativa, coordinata dal Centro di ricerche scientifiche (ZRS) di Capodistria, con il supporto dell’Ospedale di Isola e del personale tecnico dell’ASI, coinvolge sette gruppi di ricerca italiani impegnati nello studio delle funzioni cardiovascolari, metaboliche, immunitarie, nervose e ossee.

Il ruolo del gruppo di Udine

Il team dell’Ateneo friulano, guidato dal professor Bruno Grassi e dalla dottoressa Lucrezia Zuccarelli del Dipartimento di Medicina, si concentra sulla valutazione della capacità di esercizio fisico, del metabolismo ossidativo muscolare, della funzione dei piccoli vasi sanguigni e della respirazione mitocondriale.

I ricercatori analizzano come l’allettamento prolungato possa influire negativamente sul sistema cardiovascolare e microvascolare, producendo in pochi giorni effetti simili a quelli dell’invecchiamento naturale. L’obiettivo è comprendere i meccanismi biologici di queste alterazioni e individuare strategie di prevenzione e recupero funzionale.

Una ricerca con applicazioni nello spazio e sulla Terra

Il progetto rappresenta un passo avanti nella fisiologia spaziale e potrà fornire dati fondamentali per migliorare le missioni a lunga durata, ma anche per affrontare problematiche comuni sulla Terra, come la sedentarietà, l’invecchiamento e la riabilitazione dopo lunghi ricoveri.

Il gruppo udinese, composto anche dai ricercatori Giovanni Baldassarre e Paulo Cesar do Nascimento Salvador, conferma così il ruolo dell’Università di Udine come centro di eccellenza nella ricerca biomedica e partner strategico nelle collaborazioni scientifiche internazionali.

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