San Dorligo della Valle (Ts). Maurizio Fermeglia, ex rettore dell’Università di Trieste e figura emblematica del panorama accademico e ambientalista italiano, ci ha lasciato all’età di 69 anni. La sua scomparsa, avvenuta mentre percorreva un sentiero della val Rosandra a San Dorligo, ha destato profondo cordoglio non solo nella comunità accademica ma anche tra gli appassionati di alpinismo e i sostenitori della tutela ambientale.
Una vita dedicata alla scienza e alla natura
Nato nel 1955, Fermeglia ha dedicato la sua vita all’insegnamento, alla ricerca e alla difesa dell’ambiente. Laureatosi in ingegneria chimica all’Università di Trieste nel 1980 e abilitatosi alla professione di ingegnere chimico nel 1985, ha iniziato la sua carriera accademica come ricercatore presso la Denmark Technical University. Tornato a Trieste, si è distinto per i suoi contributi in ambiti innovativi come le nanotecnologie e la nanomedicina, diventando un punto di riferimento internazionale nel campo dell’ingegneria chimica.
Fermeglia non solo ha arricchito il mondo accademico con centinaia di articoli scientifici ma ha anche dedicato un’attenzione particolare alla formazione delle nuove generazioni, convinto del potenziale liberatorio della ragione umana e dell’importanza di una formazione interdisciplinare che abbracciasse scienze, economia, filosofia e arti, al fine di affrontare le sfide future dell’umanità, come la transizione energetica e l’intelligenza artificiale.
Un impegno senza confini
Oltre alla sua carriera accademica, Fermeglia ha coltivato una profonda passione per la montagna e l’alpinismo, diventando un punto di riferimento anche in questo ambiente come capostazione della stazione di Trieste del Soccorso Alpino e direttore della Scuola di Scialpinismo del Cai a Trieste. La sua dedizione per la natura si è manifestata anche attraverso il suo impegno nel WWF e nella lotta contro progetti ritenuti dannosi per l’ambiente, come la cabinovia di Trieste, dimostrando come la sua expertise scientifica si traducesse anche in un attivo impegno civile.
Il lascito di un grande uomo
Maurizio Fermeglia lascia un immenso vuoto non solo tra i suoi cari ma in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare con lui. La sua visione per un futuro in cui scienza, tecnologia e rispetto per l’ambiente si intrecciano per migliorare la società rimarrà una bussola per molti.
La comunità a cui ha dedicato la vita lo ricorda come un lavoratore instancabile, un insegnante appassionato, un alpinista esperto e un ambientalista convinto, la cui eredità continuerà a ispirare per generazioni.
I soccorsi
La chiamata è arrivata dalla Sores intorno alle 13:30.
Allertata la stazione di Trieste del Soccorso Alpino, i Vigili del Fuoco e l’elisoccorso regionale.
A trovare l’uomo, che era solo, è stato un escursionista austriaco, il quale ha cominciato a gridare aiuto ed è stato udito da altri due giovani escursionisti, uno dei quali studente di medicina.
Questi ha potuto iniziare il massaggio cardiaco fino al sopraggiungere dei soccorritori, 8 tecnici, che hanno proseguito con il massaggio fino all’arrivo dell’elicottero, senza purtroppo riuscire a salvarlo.
Una volta constatato il decesso da parte del medico di bordo e ottenuto il nulla osta alla rimozione della salma, quest’ultima è stata prelevata dal secondo elicottero.
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