IV Commissione, sicurezza del Tagliamento: «due traverse e nuove casse di espansione». Com'è andata

In Commissione regionale il futuro del Tagliamento: traverse a Dignano e Madrisio, Docfap in arrivo e confronto tra istituzioni e comitati.

04 novembre 2025 14:47
IV Commissione, sicurezza del Tagliamento: «due traverse e nuove casse di espansione». Com'è andata -
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Due traverse laminanti a Dignano e Madrisio e le casse di espansione fuori alveo. I progetti per la messa in sicurezza idraulica del fiume Tagliamento tornano al centro dei lavori della IV Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Alberto Budai (Lega) e chiamata a completare l'audizione, avviata un anno fa, con tecnici, sindaci e rappresentati di associazioni. Una seduta iniziata con un minuto di raccoglimento, su proposta della consigliera Maddalena Spagnolo (Lega), in memoria delle vittime dell'alluvione di Latisana del 4 novembre 1966 e proseguita con le domande dei commissari.

Nicola Conficoni (Pd) ha subito chiesto quali interventi concreti siano stati fatti in questi ultimi dodici mesi per la messa in sicurezza dei territori. "Pare ci sia una grande confusione" ha detto il dem, evidenziando come si sia passati "dalla traversa di Pinzano al ponte laminante di Dignano fino ai terreni messi a disposizione dagli agricoltori nel Medio Tagliamento. Spero che la Giunta Fedriga spieghi", ha concluso Conficoni, che ha richiamato l'attenzione anche sugli effetti degli interventi per la modifica della portata del canale Cavrato. Per Massimiliano Pozzo (Pd) le audizioni sono "una bella pagina, ma anche profondamente imbarazzante per il ritardo con sui è stata convocata". Pozzo ha stigmatizzato l'assenza del Comitato di Latisana (il presidente Budai ha spiegato che non ne era stata chiesta la convocazione e che sarà comunque fatto il possibile per ascoltarlo in una nuova audizione già proposta da Spagnolo) e definito la gestione politica della questione Tagliamento "confusa".

"Abbiamo bisogno dei tecnici e della scienza, ma il manico politico non può metterli in difficoltà con passi avanti e indietro" ha concluso Pozzo, chiedendo lumi sugli ultimi sviluppi. Una prima risposta è giunta dal segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, Marina Colaizzi, che ha annunciato la predisposizione di un Documento di fattibilità delle alternative progettuali (Docfap) sulla base delle risultanze del tavolo tecnico con gli esperti nominato dai Comuni. Un elaborato in cui verranno valutate tutte le ipotesi di soluzione emerse per la messa in sicurezza del corso del fiume e del territorio circostante.

Nel dibattito in aula sono intervenuti anche i consiglieri Rosaria Capozzi (M5S), che ha chiesto al sindaco di Latisana "cosa pensa delle azioni intraprese dalla Giunta, quali a suo avviso le soluzioni da adottare per la messa in sicurezza del territorio e quando inizieranno i lavori sul ponte sul Tagliamento". Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha voluto sapere le ragioni alla base della contrarietà del Comitato per la vita del Friuli rurale alle opere ingegneristiche finora delineate, mentre Serena Pellegrino (Avs)ha richiamato l'attenzione sul numero degli sfollati in caso di alluvione ("150mila a fronte dei 30mila degli anni '60") e sulla situazione del Comune di San Michele al Tagliamento ("chiuso a tenaglia tra Tagliamento e Cavrato"). "Vanno prese in considerazione tutte le opere che si possono fare per mitigare il rischio lungo il corso del fiume", ha concluso Pellegrino.

Tanti gli interventi dei sindaci a cominciare da Lanfranco Sette (Latisana), che ha contestato la predisposizione del Docfap: "significa azzerare il lavoro di 40 anni, una provocazione per la popolazione a rischio. I terreni per ampliare gli spazi di esondazione naturale del fiume - ha poi aggiunto - non sono la soluzione". Quattrocento ettari sono insufficienti anche secondo il primo cittadino di San Vito al Tagliamento, Alberto Bernava, ma a questo proposito il presidente dell'Associazione gricoltori medio Tagliamento, Erminio Barna, ha fatto sapere che la superfice disponibile è salita a 2mila ettari. Concordi con la predisposizione di un Docpaf, invece, i sindaci di Spilimbergo, Enrico Sarcinelli, e di Dignano, Giambattista Turridano. "Sì a uno studio sul Tagliamento nella sua interezza, dalla sorgente alla foce - ha sottolineato il primo cittadino dignanese -. Attendiamo l'intervento dei tecnici, mi auguro si esprimano con cognizione di causa".

"Ben venga un documento di fattibilità unico, ma deve essere completo", ha aggiunto Fausto Prampero (Varmo), il quale ha poi ricordato che il suo Comune "non ha mai dato il via libera al bacino di laminazione". "La sicurezza delle aree alla foce del fiume non viene prese in considerazione", ha detto il sindaco di Lignano, Laura Giorgi, preoccupata per gli effetti dell'inversione della portata del Cavrato sul Tagliamento e sulla località balneare. Il primo cittadino di San Michele al Tagliamento, Flavio Maurutto, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di una diaframmatura degli argini della sponda destra del fiume. "Sui lavori del ponte di Latisana - ha avvisato - non abbiamo conoscenza del progetto".

Sono interventi nel dibattito anche Adelvis Tibaldi del Comitato Friuli Rurale e Franca Pradetto di Insieme per il Tagliamento, che hanno portato all'attenzione dell'Unione europea una petizione ciascuno a difesa del fiume.

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