Un nuovo museo per raccontare il Friuli antico e la sua identità protostorica

Un museo protostorico per valorizzare tumuli e castellieri del Friuli, grazie al progetto Terra dei Castellieri.

28 novembre 2025 16:00
Un nuovo museo per raccontare il Friuli antico e la sua identità protostorica -
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UDINE – Un grande progetto culturale prende forma con l’obiettivo di restituire alla comunità un patrimonio archeologico di straordinario valore: nasce un museo moderno e aperto, pensato per raccontare com’era il territorio friulano prima dell’arrivo dei Romani attraverso le testimonianze protostoriche costituite da tumuli e castellieri. Un’iniziativa che unisce 21 istituzioni nel quadro del Progetto Terra dei castellieri, frutto della collaborazione tra Regione, Soprintendenza, Università di Udine, un consorzio di 17 Comuni e Banca 360, promotrice della proposta.

Uno spazio per conoscere il Friuli antico

Presentato oggi a Palazzo Antonini Maseri, il progetto prevede la realizzazione di un museo capace di diventare un luogo di narrazione, fruibile da un pubblico ampio e interessato alla storia più profonda del territorio. Pensato come spazio dinamico, sarà dedicato non solo all’esposizione dei reperti, ma anche alla didattica, alla convegnistica e ad attività di divulgazione rivolte a cittadini, studiosi e scuole. A Basiliano è già stato individuato un immobile di proprietà di Banca 360 destinato a ospitarne gli spazi.

Un patto tra istituzioni per valorizzare la protostoria

Al progetto partecipano Regione Friuli Venezia Giulia, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del territorio, l’Università di Udine con il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, un consorzio composto da 17 Comuni — con capofila Sedegliano — e Banca 360 Fvg. I Comuni coinvolti sono Basiliano, Campoformido, Castions di Strada, Codroipo, Coseano, Dignano, Fagagna, Flaibano, Lestizza, Mereto di Tomba, Meduno, Montereale Valcellina, Pozzuolo del Friuli, Rive d’Arcano, Sedegliano, Spilimbergo e Udine.

La ricchezza della protostoria friulana

La protostoria racchiude le età dei metalli: età del Rame, del Bronzo e del Ferro, un periodo documentato in Friuli da monumenti imponenti come tumuli funebri e castellieri, caratteristici villaggi fortificati delimitati da terrapieni. Il territorio, soprattutto dopo il 2000 a.C., era punteggiato da queste strutture che l’Università di Udine studia fin dalla sua fondazione grazie al Gruppo di ricerca di Protostoria. Una testimonianza del lavoro svolto è il documentario “Il Friuli prima dei Romani”.

Le ricerche sui tumuli e sui castellieri

Nel corso degli anni diversi enti hanno indagato i tumuli di Mereto di Tomba e di Sant’Osvaldo a Udine, oltre ai castellieri di Castions di Strada, Codroipo, Galleriano di Lestizza, Gradisca di Spilimbergo, Novacco di Aiello, Pozzuolo del Friuli, Savalons di Mereto di Tomba, Sedegliano, Udine e Variano di Basiliano. Un patrimonio diffuso che il nuovo museo intende raccogliere e interpretare, presentando materiali finora poco noti al grande pubblico.

Un progetto condiviso e partecipato

Alla presentazione sono intervenuti numerosi rappresentanti istituzionali. Per l’Università di Udine erano presenti il rettore Angelo Montanari, la direttrice del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale Linda Borean e la referente dell’accordo Elisabetta Borgna. Sono inoltre intervenuti il vicepresidente e assessore alla cultura regionale Mario Anzil, il funzionario archeologo della Soprintendenza Roberto Micheli, il presidente di Banca 360 Luca Occhialini, la sindaca di Sedegliano Debora Donati, l’assessore alla cultura del Comune di Udine Federico Pirone, e il docente dell’Università di Padova Alessandro Fontana, insieme ai primi cittadini e agli assessori degli altri Comuni coinvolti.

Le parole dei protagonisti

Il rettore Montanari ha evidenziato l’orgoglio dell’Ateneo per un progetto che mette a disposizione della collettività decenni di studi e ricerche, un patrimonio di conoscenze che trova nella nuova iniziativa un punto di approdo ideale.

Linda Borean ha sottolineato la soddisfazione del Dipartimento per la possibilità di condividere con il territorio competenze scientifiche e collaborazioni maturate negli anni, valorizzando il lavoro degli studiosi.

Elisabetta Borgna ha parlato di un percorso che unisce istituzioni e ricerca, ricordando l’importanza del Laboratorio di Preistoria e Protostoria, punto di riferimento per scavi e documentazione sui tumuli e sui castellieri.

Un museo come investimento strategico per il territorio

Mario Anzil ha definito il progetto una scelta strategica per la Regione, capace di unire istituzioni, comunità scientifica, amministrazioni locali e mondo privato in un’alleanza che punta a dare nuova vita al patrimonio protostorico del Medio Friuli. La Fondazione Terra dei Castellieri sarà lo strumento scelto per assicurare una gestione moderna e stabile del nuovo museo.

Il ruolo della soprintendenza nella tutela e valorizzazione

Roberto Micheli ha ricordato come il progetto sia pienamente coerente con gli obiettivi del Ministero della cultura, sottolineando la ricchezza delle testimonianze archeologiche della zona di Basiliano e dei siti limitrofi. La Soprintendenza metterà a disposizione materiali mai esposti, contribuendo alla creazione di una narrazione innovativa e accessibile della protostoria locale.

La collaborazione dei comuni e la visione condivisa

La sindaca Debora Donati ha rimarcato il valore della convenzione Protostoria in Friuli, che unisce 17 Comuni nella tutela e nella valorizzazione dei beni archeologici presenti nei loro territori. Il museo, ospitato in un immobile di Banca 360, sarà gestito da una Fondazione e offrirà alle nuove generazioni una chiave per comprendere e apprezzare la propria storia.

Un progetto che unisce il Friuli

L’assessore udinese Federico Pirone ha parlato di una rete ampia e coesa, capace di creare un progetto davvero comunitario. Ha sottolineato come Udine partecipi con uno dei suoi luoghi più identitari — il Colle del Castello — rafforzando un percorso comune che intreccia storia, territorio e futuro. Il progetto, ha ricordato Pirone, restituisce ai cittadini e soprattutto ai giovani la consapevolezza di legami antichi e profondi che uniscono il Friuli.

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