Evasione dal carcere di Trieste, Serracchiani: «Non c’è vera sicurezza se si creano ghetti»

Dopo l’evasione dal carcere di Trieste, Serracchiani chiede la cattura immediata del detenuto e una revisione delle politiche penitenziarie.

15 dicembre 2025 16:21
Evasione dal carcere di Trieste, Serracchiani: «Non c’è vera sicurezza se si creano ghetti» -
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TRIESTE – La priorità è una sola: catturare l’evaso e riportarlo al più presto sotto la custodia dello Stato. Ma l’episodio avvenuto nel carcere “Ernesto Mari” di via del Coroneo riaccende anche un dibattito più ampio sulle condizioni delle strutture penitenziarie e sulla sicurezza reale garantita dal sistema attuale. A intervenire è la deputata e responsabile Giustizia del Partito Democratico Debora Serracchiani, che definisce l’evasione un ulteriore campanello d’allarme per la situazione del carcere triestino.

Secondo Serracchiani, quanto accaduto non può essere liquidato come un episodio isolato. Il carcere di Trieste, come molte altre strutture in Italia, convive da tempo con numeri di sovraffollamento gravissimi, più volte segnalati durante sopralluoghi e visite istituzionali.

La deputata sottolinea come, fino a oggi, situazioni peggiori siano state evitate solo grazie al lavoro eccezionale della polizia penitenziaria e di tutto il personale, costretto a operare in condizioni difficili e con organici insufficienti, spesso sotto forte stress.

“Non c’è sicurezza senza condizioni dignitose”

Nel suo intervento, Serracchiani mette in evidenza un punto centrale: la sicurezza non può esistere se le carceri diventano ghetti di disperati, dove detenuti e operatori sono lasciati a gestire situazioni insostenibili.

Gli appelli, secondo la parlamentare, vengono regolarmente ignorati, nonostante le criticità siano note da tempo e documentate. Una situazione che rischia di trasformarsi in un problema strutturale, con conseguenze dirette non solo all’interno degli istituti, ma anche all’esterno.

La responsabile Giustizia del Pd allarga poi lo sguardo alle scelte nazionali, chiedendo al Governo di ripensare una politica penitenziaria definita fallimentare. Una linea che, a suo giudizio, non risolverà le criticità esistenti e i cui effetti positivi non si faranno sentire a Trieste.

Il tema, evidenzia Serracchiani, non riguarda solo l’emergenza del momento, ma la tenuta complessiva del sistema carcerario, che necessita di interventi strutturali, investimenti sul personale e soluzioni concrete al sovraffollamento.

Sicurezza, diritti e responsabilità dello Stato

L’evasione dal Coroneo riporta quindi al centro una questione complessa: garantire sicurezza, tutelare il lavoro degli operatori e assicurare condizioni dignitose di detenzione. Senza un cambio di rotta, avverte la deputata, episodi come questo rischiano di ripetersi, alimentando tensioni e insicurezza.

La richiesta resta chiara: rintracciare l’evaso nel più breve tempo possibile, ma allo stesso tempo aprire una riflessione seria e concreta sul futuro delle carceri e sulle responsabilità politiche di chi è chiamato a governare il sistema penitenziario.

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