I dispositivi di protezione individuale (DPI) costituiscono un elemento essenziale per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei contesti in cui non è possibile eliminare i rischi mediante misure collettive.
L’utilizzo dei DPI è regolamentato a livello europeo attraverso una classificazione in tre categorie, che tiene conto della gravità del rischio da cui il dispositivo deve proteggere.
Tale classificazione è disciplinata dal Regolamento (UE) 2016/425, il quale ha sostituito la precedente direttiva 89/686/CEE.
Per comprendere appieno le implicazioni operative connesse all’utilizzo dei DPI, è fondamentale conoscere le caratteristiche delle tre categorie previste dalla normativa e i relativi obblighi in termini di certificazione, utilizzo e manutenzione.
Questa guida si propone di fornire una panoramica completa, chiara e accessibile anche ai non addetti ai lavori, per orientarsi correttamente nella scelta e gestione dei dispositivi di protezione, in conformità ai requisiti normativi e alle buone prassi aziendali.
Comprendere la classificazione europea per orientare la scelta dei DPI
La suddivisione dei DPI in tre categorie ha lo scopo di adattare i requisiti di progettazione, produzione e controllo in funzione della pericolosità del rischio.
Questa classificazione influenza sia le responsabilità del fabbricante sia gli obblighi del datore di lavoro.
Cosa prevede il Regolamento (UE) 2016/425 in materia di DPI
Il Regolamento (UE) 2016/425 stabilisce le disposizioni relative alla progettazione e alla commercializzazione dei DPI all’interno dell’Unione Europea.
Questo regolamento definisce il DPI come qualsiasi attrezzatura destinata a essere indossata o tenuta da una persona per proteggerla contro uno o più rischi per la salute e la sicurezza.
La classificazione dei dispositivi si basa su tre categorie, determinate in base alla gravità del pericolo.
Il Regolamento impone l’obbligo della marcatura CE per tutti i DPI e differenzia le procedure di valutazione della conformità.
Tali procedure variano dalla semplice autocertificazione del fabbricante alla necessità dell’intervento di un organismo notificato, in base alla categoria del dispositivo.
Questo sistema mira a garantire che ogni dispositivo risponda a standard elevati di sicurezza, adeguati al rischio specifico per cui è progettato.
Categoria I: dispositivi per rischi minimi e procedure semplificate
La prima categoria comprende i DPI progettati per proteggere l’utilizzatore da rischi minimi.
Si tratta di situazioni in cui le conseguenze di un’eventuale esposizione al pericolo sono facilmente reversibili e non comportano gravi danni alla salute.
Rientrano in questa categoria ad esempio i guanti per la protezione contro aggressioni meccaniche superficiali, gli occhiali da sole non correttivi, gli indumenti contro condizioni climatiche non estreme e le calzature antiscivolo leggere.
Per i dispositivi di Categoria I è prevista una procedura di autocertificazione da parte del fabbricante, che dichiara la conformità del prodotto ai requisiti del Regolamento.
Non è richiesto l’intervento di un organismo notificato.
Nonostante ciò, i prodotti devono comunque rispettare gli standard tecnici e le condizioni di etichettatura previsti dalla normativa.
Categoria II: dispositivi per rischi significativi non estremi
La seconda categoria riguarda i DPI destinati a proteggere da rischi significativi, ma non mortali né irreversibili.
Questa categoria comprende la maggior parte dei dispositivi utilizzati nei contesti lavorativi, come caschi, occhiali di protezione, guanti antitaglio, scarpe antinfortunistiche, indumenti ad alta visibilità e protezioni acustiche.
Per i DPI di Categoria II è prevista la valutazione della conformità da parte di un organismo notificato, il quale esamina un campione rappresentativo del prodotto e ne verifica la rispondenza alle norme applicabili.
Questa procedura garantisce un controllo indipendente sulla qualità e l’efficacia del dispositivo prima della sua immissione sul mercato.
Approfondire le implicazioni operative per ogni categoria di DPI
Oltre agli aspetti normativi, ogni categoria di DPI comporta implicazioni pratiche differenti in termini di utilizzo, responsabilità e gestione in ambito lavorativo.
Conoscere queste differenze aiuta a garantire un’applicazione coerente delle misure di prevenzione.
Categoria III: protezione contro rischi mortali o irreversibili
La terza categoria comprende i dispositivi destinati alla protezione da rischi gravi, che possono comportare lesioni permanenti o la morte.
Esempi tipici sono i DPI per la protezione contro le cadute dall’alto, l’inalazione di sostanze tossiche, l’esposizione a correnti elettriche pericolose, alte temperature o agenti chimici aggressivi.
Per questa categoria è previsto un processo di certificazione più rigoroso.
Oltre alla valutazione iniziale del tipo da parte di un organismo notificato, è obbligatorio il controllo continuo della produzione attraverso la sorveglianza annuale.
Questo può avvenire tramite ispezione del sistema di qualità adottato dal produttore o attraverso test periodici sui prodotti finiti.
L’obiettivo è assicurare una protezione costante e affidabile, senza margini di errore.
Obblighi per i datori di lavoro nella scelta e gestione dei DPI
Il datore di lavoro è responsabile della selezione dei DPI più adeguati in base alla valutazione dei rischi specifici presenti nell’ambiente di lavoro.
Oltre a scegliere dispositivi conformi alla categoria corrispondente, è tenuto a garantire che i lavoratori ricevano adeguata formazione sul corretto utilizzo dei DPI e a vigilare sul loro impiego effettivo.
Inoltre, il datore di lavoro deve conservare la documentazione tecnica dei DPI utilizzati, verificare la presenza della marcatura CE e pianificare controlli periodici sullo stato dei dispositivi.
Questi obblighi si estendono anche alla sostituzione di DPI danneggiati o scaduti e all’aggiornamento dei dispositivi in caso di modifica delle condizioni operative.
Ruolo degli organismi notificati e procedure di conformità
Gli organismi notificati sono enti autorizzati dalla Commissione Europea a verificare la conformità dei DPI alle normative di riferimento.
Essi svolgono un ruolo chiave soprattutto per i DPI di Categoria II e III, in quanto intervengono nella fase di progettazione e nella sorveglianza successiva alla produzione.
Le procedure di conformità comprendono test di laboratorio, analisi documentali e audit sui sistemi di gestione della qualità.
Una volta superati i controlli, l’organismo notificato rilascia un certificato di conformità, che accompagna il DPI durante tutta la sua vita commerciale.
Solo i dispositivi con certificazione valida possono essere immessi legalmente sul mercato europeo.
Buone prassi per l’uso corretto dei DPI secondo la loro categoria
Una volta selezionati i DPI conformi alla normativa e adeguati al rischio, è fondamentale promuoverne l’utilizzo corretto e continuo da parte dei lavoratori.
L’efficacia dei dispositivi dipende anche dalle modalità con cui vengono adottati e gestiti nel tempo.
Formazione e informazione degli operatori
Tutti i lavoratori che utilizzano DPI devono ricevere una formazione specifica, mirata a trasmettere le conoscenze tecniche e pratiche necessarie per un uso sicuro ed efficace del dispositivo.
La formazione deve comprendere la spiegazione delle caratteristiche tecniche, le modalità di indossamento, i controlli visivi da effettuare prima dell’uso e le procedure da seguire in caso di emergenza.
L’informazione deve essere chiara, aggiornata e comprensibile.
È utile supportarla con materiale illustrativo, sessioni pratiche e simulazioni.
La consapevolezza dei rischi e delle funzionalità dei DPI aumenta l’attenzione e riduce la possibilità di errori o negligenze.
Manutenzione e controllo periodico dei dispositivi
Ogni DPI, indipendentemente dalla categoria, richiede un controllo visivo prima di ogni utilizzo e un’ispezione periodica da parte di personale competente.
La frequenza dei controlli varia in base alla tipologia di dispositivo, all’intensità di utilizzo e alle condizioni ambientali.
La manutenzione comprende la pulizia, la verifica dell’integrità dei componenti e la sostituzione di elementi usurati.
In caso di dispositivi complessi come i DPI di Categoria III, le attività di manutenzione devono seguire scrupolosamente le istruzioni del produttore e possono richiedere l’intervento di tecnici specializzati.
Un dispositivo danneggiato o non funzionante deve essere ritirato immediatamente e sostituito.
Documentazione e tracciabilità dei DPI utilizzati
Un’efficace gestione dei DPI include la tenuta di registri che documentano la consegna dei dispositivi ai singoli lavoratori, le date di formazione, gli interventi di manutenzione e le sostituzioni effettuate.
Questi registri sono strumenti fondamentali per garantire la tracciabilità e dimostrare la conformità alle normative in caso di ispezione.
La documentazione deve essere conservata in modo ordinato e facilmente consultabile.
È consigliabile integrare questi registri con una procedura aziendale dedicata alla gestione dei DPI, che stabilisca responsabilità, tempistiche e criteri di controllo per ciascuna categoria.
Adesso sai come vengono classificati e quali sono le implicazioni operative delle tre categorie di DPI
La classificazione europea dei DPI in tre categorie costituisce un riferimento indispensabile per la corretta selezione, impiego e gestione dei dispositivi di protezione nei contesti lavorativi.
Conoscere le differenze tra le categorie, le procedure di conformità previste dal Regolamento (UE) 2016/425 e le implicazioni operative per ciascuna tipologia consente di agire in modo conforme alla normativa e orientato alla prevenzione.
Per garantire una protezione efficace è essenziale adottare un approccio sistematico che includa formazione, controllo e aggiornamento continuo dei dispositivi, con il coinvolgimento attivo di tutte le figure aziendali responsabili della sicurezza.
Solo così è possibile trasformare l’obbligo normativo in una prassi quotidiana realmente utile alla salvaguardia dei lavoratori.
Fonte ufficiale delle informazioni: https://www.pegasoanticaduta.it/cosa-sono-i-dispositivi-dpi-e-a-cosa-servono/