A Socchieve la chiusura della Dolomiti Mountain School con un focus sul futuro dei rifugi alpini

A Socchieve si conclude la Dolomiti Mountain School con un incontro sui rifugi alpini tra sostenibilità, turismo e identità delle terre alte.

29 ottobre 2025 07:30
A Socchieve la chiusura della Dolomiti Mountain School con un focus sul futuro dei rifugi alpini -
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SOCCHIEVE – Si conclude con un importante momento di riflessione la IX edizione della Dolomiti Mountain School, il percorso formativo dedicato alle trasformazioni naturali, culturali e sociali delle terre alte.
L’ultimo incontro, in programma venerdì 31 ottobre 2025 dalle 9.30 alle 18 presso il Centro Culturale – Casa del Paesaggio di Socchieve (Udine), sarà incentrato su un tema di grande attualità: “La trasformazione del rifugio da punto di appoggio a meta”.

Un argomento che negli ultimi anni ha acceso il dibattito tra alpinisti, gestori e istituzioni, in seguito ai cambiamenti del turismo montano e ai crescenti flussi verso le Dolomiti, con rifugi che sempre più spesso diventano destinazioni finali e non solo tappe di passaggio.

Una giornata di confronto tra esperti, gestori e accademici

La mattinata sarà aperta alle 9.30 da Pierpaolo Zanchetta, del Servizio biodiversità della Regione Friuli Venezia Giulia, che introdurrà i lavori insieme a Coriglio Zanier, sindaco di Socchieve, e Giovanni Duratti, presidente del Comitato Direttivo Regionale del CAI FVG.
A seguire, il giornalista e studioso di culture della montagna Gianpaolo Carbonetto, coordinatore della Dolomiti Mountain School, interverrà con la relazione “L’andare in montagna comincia ben prima della salita”, un viaggio tra significato, attesa e preparazione nell’esperienza dell’alpinismo.

Spazio poi alle testimonianze dirette con Stefano Sinuello, presidente onorario di Assorifugi FVG, e Claudio Mitri, gestore del Rifugio Flaiban Pacherini, che porteranno “Panta rei: storie di rifugi e rifugisti”, un racconto delle metamorfosi che hanno interessato queste strutture nel tempo.
Seguiranno Omar Canzan, gestore del Rifugio Aquileia e presidente dell’Associazione Gestori Rifugi Alpini del Veneto, e Mario Fiorentini, del Rifugio Città di Fiume, che presenteranno il caso studio “Alte vie e trekking di più giorni: quale ruolo per i Rifugi di montagna? L’esperienza dell’Alta Via delle Dolomiti n. 1”.

La sessione mattutina sarà chiusa da Francesco Abbruscato, presidente del CAI Veneto e già vicepresidente della Struttura Operativa Rifugi del CAI centrale, con un intervento dal titolo “Adeguamento tecnologico tra necessità e sostenibilità. Rifugi o Autogrill”, riflessione su come conciliare comfort, innovazione e rispetto ambientale.

Antropologia e sostenibilità nel pomeriggio di lavori

Dalle 14.00, la parola passerà all’antropologo Annibale Salsa, docente emerito dell’Università di Genova ed ex presidente del Club Alpino Italiano, con la relazione “Metamorfosi dell’idea di rifugio di fronte alla crisi dell’alpinismo classico”, un’analisi sull’evoluzione culturale del modo di vivere la montagna.

Seguirà l’intervento del giornalista Giambattista Zampieri, collaboratore della Fondazione Dolomiti UNESCO, con “Vita in rifugio: quale comunicazione per una frequentazione più consapevole?”, per affrontare il tema della comunicazione responsabile e sostenibile nei contesti alpini.
Il direttore dell’IRTEF, Sergio Simeoni, presenterà invece i risultati di “Indagini sulla frequentazione dei Rifugi alpini nel FVG dal 1996 ad oggi”, uno studio di lungo periodo che fotografa l’evoluzione dei comportamenti dei visitatori.

A seguire, i professori Lorenzo Migliorati (Università di Bergamo) e Francesco Marangon (Università di Udine) proporranno “Un rifugio per amico”, un approfondimento sociologico ed economico frutto di una ricerca comparativa tra Orobie bergamasche e Friuli Venezia Giulia, dedicata al rapporto tra rifugi e comunità locali.

Conclusione e riflessioni finali

A chiudere la giornata sarà lo storico Andrea Zannini dell’Università di Udine, membro del Club Alpino Accademico Italiano, con “Il bilancio, tra realtà e progetti, di una questione aperta”, un contributo che sintetizza le prospettive future del rifugio alpino come presidio culturale, economico e ambientale.
Seguirà un dibattito conclusivo aperto al pubblico, per favorire il confronto tra esperti, operatori e appassionati di montagna.

Un progetto condiviso per la cultura delle terre alte

L’evento, a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, è promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, la Comunità di montagna della Carnia, ASCA / Leggimontagna – Cortomontagna, la Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti Friulane, Cavallo e Cansiglio e il Parco Naturale Dolomiti Friulane.

La Dolomiti Mountain School si conferma così un laboratorio di idee e formazione capace di unire scienza, cultura e territorio, offrendo strumenti di riflessione per comprendere come le terre alte possano evolvere tra innovazione, sostenibilità e identità, e come i rifugi alpini possano restare punti di incontro autentici, nel rispetto dello spirito originario della montagna.

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