Conte, nuovo Decreto a giorni: "il 4 maggio si riparte, studiamo le modalità"
In queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvatodall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fasedue’, quella della convivenza con il virus. Come già sapete, le...
In
queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato
dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase
due’, quella della convivenza con il virus.
Come già sapete, le
attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti
cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un
significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro
totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle
attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter
dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha
messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è
affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del
sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile.
Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e
vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti
insieme.
In questa fase non possiamo permetterci di agire
affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della
massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo
affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte
dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie
produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento
delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e
articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in
considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma
serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun
particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di
un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere
preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il
rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione
della recettività delle nostre strutture ospedaliere.
Vi faccio
un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola
impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro
che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare
anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa
genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in
quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei
mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si
creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il
ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?
Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire
una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni
lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole
per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma
nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché
le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le
stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture
ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente
commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19.
È
per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro
fianco giorno e notte. C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima
ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini
della Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo
le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei
dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali
di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo
fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila
ventilatori per le terapie). C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme
agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato
tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva
epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e
di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott.
Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un
contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e
sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti,
operativi e scientifici.
È fin troppo facile dire ‘apriamo
tutto’. Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà
del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma
anche dei limiti attuali che ben conosciamo.
Nei prossimi giorni
analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo
tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle
decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo
demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di
valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come
abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione.
Nell’esclusivo interesse di tutto il Paese. Nell’interesse dei cittadini
del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si
creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di
comunità. È questa la nostra forza.
E smettiamola di essere
severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo
essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova.
Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano
e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una
previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4
maggio.