Prima cerimonia di "Santa Barbara" a Latisana: «omaggio ai minatori e appello sulla sicurezza»
A Latisana la prima cerimonia di Santa Barbara per i minatori: l’intervento di Bordin e il richiamo alla sicurezza sul lavoro.
LATISANA – Ricordare la storia dei minatori significa tenere viva una memoria fatta di sacrificio, impegno e dignità del lavoro. Ma significa anche ribadire, con forza, che la sicurezza non è mai un argomento archiviato. È il senso del messaggio pronunciato dal presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Bordin, intervenuto alla prima cerimonia di Santa Barbara dedicata alla memoria dei minatori, svoltasi a Latisana nella giornata del 15 dicembre.
L’appuntamento, fortemente voluto sul territorio, ha assunto un valore che va oltre la dimensione commemorativa: è diventato un momento pubblico di riflessione, capace di unire istituzioni, associazioni e famiglie attorno a una storia che appartiene all’intera comunità regionale.
Una cerimonia nata dalla collaborazione tra associazioni e Comune
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione italiana e ex minatori (Aiem) in collaborazione con l’associazione Cuori di carbone, con il patrocinio del Comune di Latisana. Un lavoro condiviso che ha dato forma a una cerimonia pensata per ricordare i minatori friulani a 35 anni dalla posa del Monumento agli emigranti e ai minatori: un simbolo che richiama una vicenda collettiva di partenze, fatica e identità, radicata nella memoria di molte famiglie del Friuli Venezia Giulia.
Alla cerimonia ha partecipato anche il sindaco di Latisana, Lanfranco Sette, insieme a rappresentanti istituzionali, associazioni e familiari dei minatori. Una presenza ampia, che ha confermato quanto quel patrimonio di storie e volti continui a essere sentito e riconosciuto come parte integrante del territorio.
Le parole di Bordin: “Valori che hanno superato i confini regionali”
Nel suo intervento, Mauro Bordin ha richiamato il significato umano e sociale di quell’esperienza, ricordando come uomini e donne legati al mondo minerario abbiano portato ovunque i valori della friulanità: il duro lavoro, la dedizione, l’affidabilità e il rispetto. Valori, ha sottolineato, capaci di rendere gli emigranti e i minatori un esempio riconosciuto ben oltre i confini regionali, anche nei contesti più difficili e lontani da casa.
Una storia di lavoro, identità e riconoscimento
Il riferimento ai valori non è rimasto astratto: si è inserito in una cornice concreta, fatta di percorsi personali e collettivi che hanno segnato generazioni. Il mondo dei minatori e dell’emigrazione, richiamato dal monumento, racconta una stagione di vita in cui il lavoro era spesso sinonimo di resistenza, disciplina e comunità.
La memoria delle tragedie e il tema della sicurezza sul lavoro
Accanto al ricordo dei valori, il presidente del Consiglio regionale ha voluto evidenziare anche il lato più duro di quella storia, segnato da tragedie e condizioni di lavoro estreme. Un passaggio che ha dato peso e profondità alla commemorazione, trasformandola in un richiamo attuale: la memoria, ha rimarcato, deve far riflettere perché il tema della sicurezza sul lavoro resta purtroppo ancora presente.
Bordin ha indicato con chiarezza un punto: la responsabilità è collettiva e riguarda istituzioni, datori di lavoro e lavoratori. Un’affermazione che ha posto la cerimonia su un doppio binario: da una parte il tributo a chi ha vissuto sulla propria pelle la durezza del lavoro, dall’altra l’impegno a non considerare mai “normali” i rischi e a non abbassare l’attenzione su prevenzione e tutela.
Responsabilità condivisa tra istituzioni, imprese e lavoratori
Nel richiamo alla responsabilità comune c’è un messaggio che parla al presente: ricordare chi ha pagato un prezzo alto, in termini di salute e vite spezzate, significa anche riconoscere che la cultura della sicurezza deve essere sostenuta e rafforzata a ogni livello, senza rimpalli e senza scorciatoie.
Dal duomo al monumento: il rito civile e quello religioso
La cerimonia si è aperta con la Santa Messa nel duomo di Latisana, momento di raccoglimento che ha segnato l’avvio della giornata. In seguito, il programma è proseguito con il corteo verso il monumento, dove si è svolta la commemorazione civile: un passaggio simbolico, che ha unito la dimensione spirituale a quella pubblica e comunitaria del ricordo.
Nel percorso dal duomo al monumento si è concentrato il senso dell’iniziativa: attraversare luoghi e segni della città per arrivare a un simbolo che parla di emigrazione e miniera, di lavoro e lontananza, di famiglie e sacrifici. Un gesto semplice ma denso, capace di rinnovare il legame tra memoria e presente e di ribadire, ancora una volta, che la dignità del lavoro e la sicurezza devono restare al centro del discorso pubblico.